quella mattina Lei era oberata di lavoro e frastornata dal rumore dei macchinari che andavano a tutta forza; era la prima settimana di dicembre, e Natale era alle porte: tutto doveva essere pronto al momento giusto, non si poteva perder tempo.
tutt’intorno un andirivieni di persone indaffarate che quasi non la vedevano, impegnati com’erano anch’essi ciascuno nelle proprie attività.
Lei, altrettanto incurante della presenza degli altri, continuava velocemente a svolgere la sua mansione cercando di distrarsi dalla penetrante, insistente, fastidiosa mescolanza di odori dolciastri che invadeva gli ambienti e ristagnava nell’aria e che le stimolava una nausea crescente: presi uno ad uno quegli odori erano decisamente gradevoli, ma quella mattina era davvero troppo…
intanto il liquido giallognolo appiccicoso le sporcava inevitabilmente le mani ed aumentava rapidamente di volume, apportando un sempre crescente contributo di odore e le dita erano ormai sporche di rosso, un rosso aranciato talvolta sbiadito che non era uno dei suoi colori preferiti…
intanto le passavano vorticosamente davanti agli occhi le forme più disparate: fiocchi di neve rincorsi da astronavi, frecce seguite da stelle cadenti, triangoli, rombi, facciate di case, reticolati e sbarre…..
tutto si susseguiva con una velocità straordinaria, e la mente correva inseguendo gli oggetti che le sue dita creavano, portandola in un mondo fantastico, surreale, e non c’era più nessuno, non c’era più quell’odore nauseabondo ed il rumore di fondo era ormai un’eco appena percepito…
era talmente concentrata che non le sembrava nemmeno più di star lì e da non accorgersi del sopraggiungere del capo finché il suo vocione non ruppe l’incantesimo: “MA INSOMMA!!! TI SBRIGHI O NO CON QUEL CENTINAIO DI UOVA DA APRIRE?”…..
in un istante vide scoppiare come una bolla di sapone tutto quel mondo fantastico: il rumore tornò rumore, la miscela di odori si riappropriò delle sue narici e i gusci rotti che fino ad allora erano stati i “mattoni” delle sue creazioni tornarono ad occupare tutti gli spazi del cartone che era stata la tavolozza delle sue fantasie….