scuola….. insegnanti….. alunni…. genitori…… figli…….

sono fuori scuola di mio figlio, nel giardino, seduta su un lastrone di pietra che funge da panca….. mi trovo qui, immersa nel verde in una splendida mattinata dal clima estivo ma non torrido e ci sono anche gli uccellini che cinguettano per comunicarsi chissà cosa…..

stamattina come al solito, prima di scendere, ho sorseggiato il mio primo caffé scorrendo la bacheca di FB e mi ha incuriosita un articolo sull’interferenza della scuola nei rapporti tra genitori e figli….

non ho potuto non condividere: spesso, purtroppo, noi genitori ci lasciamo trasportare dalle attese, sbagliate, che abbiamo sui figli circa i loro risultati scolastici, dando rilievo essenzialmente al loro rendimento e permettendo, qualora sia scarso o non corrispondente alle nostre attese, di offuscare la nostra mente al punto da non vedere i successi da loro raggiunti in altri campi, le loro reali aspirazioni, i loro malesseri, le loro reali inclinazioni, i loro cambiamenti…..

permettiamo alla scuola di tendere, minare i nostri rapporti con loro, di erigere barriere, muraglie, che non ci consentono di vivere i nostri figli per quel che sono, di vivere le loro emozioni, di assaporare la magia della loro crescita, del loro trasformarsi in uomini e donne, perché c’è questo spettro onnipresente, quasi li avessimo messi al mondo esclusivamente per farli studiare, o, peggio, per farli andare a scuola….. che non è proprio la stessa cosa……

mi trovo in questo giardino perché un’insegnante ha convocato la classe intera per un problema “urgente” sul comportamento della classe da discutere….. con certa perplessità sono andata all’incontro, ma non senza mio figlio: è lui che vive la classe, io non potrei che farmi da portavoce, ma la responsabilità del comportamento assunto in classe da mio figlio è e deve essere esclusivamente sua….. io la vedo così!

mi aspettavo ovviamente di trovare un certo numero di persone convocate, ed invece nessuno, e quando mi ha vista, l’insegnante mi ha detto che io non ero tra i genitori che lei avrebbe voluto incontrare, “ma sa, signora, mica potevo dire tu no, tu si, tu no….”!!! sta di fatto che io sono qui perché convocata per problemi “urgenti” della classe…..

e sono ancora qui perché mi hanno “consigliato” di sentire anche altri docenti, visto che “sa, signora, ho sentito delle lamentele dai colleghi…. certo, ora non su suo figlio in particolare, ma è bene che parli, del resto si trova già qui….” …..

e già! mi trovo già qui…..  ma mica parlare poi è tanto facile, eh! certo, c’è sempre l’ora settimanale per i colloqui, ma bisogna prenotare, solo nell’ultima settimana del mese è possibile andare liberamente…..

ed oggi, coincidenza fortunata, siamo nell’ultima settimana…… scorro l’elenco dei docenti, ce ne sono altri tre che ricevono oggi, ma uno si dice indisponibile perché impegnato in faccende personali….. uhm….. ma non è l’ultima settimana?!?….. vabbé, non polemizziamo…..

guardo ancora l’elenco, c’è ancora un altro insegnante disponibile, ma fra due ore…. uhm…. sono a piedi e per andare a casa e poi tornare impiegherei un’oretta scarsa e non ho la macchina a disposizione nemmeno a casa…. come sempre, del resto….

uhm….. stamattina non ho nemmeno rifatto il letto, ma fa nulla, decido di aspettare, al pranzo si può sempre rimediare e il resto può aspettare….i miei figli hanno SEMPRE la priorità su tutto….

accidenti, ho sempre con me il libro che sto leggendo, ma non oggi, non entrava in borsa, però ho un giornale di enigmistica, vedo la panca e decido di restare in giardino ad aspettare che si faccia l’ora di ricevimento….. ma non mi riesce di far più che uno schema, mi annoio, e poi la mia attenzione è rivolta alle voci che arrivano dall’istituto….

e comincio a riflettere: mi trovo nel giardino di un liceo, quindi una scuola “SCELTA” dai ragazzi, che in teoria dovrebbero essere più che scolarizzati, e invece resto perplessa, non tanto per il vociare continuo che proviene praticamente da tutte le aule che affacciano su questo lato, quanto piuttosto dagli urli di un’insegnante:

“e no! la dovete smettere!!! io sto spiegando e voi mi dovete ascoltare, dovete stare attenti!”

ma il vociare continua imperterrito…..

e allora sorrido, con amarezza, e ripenso a quell’articolo…..

ma siamo proprio sicuri che siano i ragazzi a non essere interessati alla scuola? non mi sembra che il metodo dell’insegnante per richiamare l’attenzione dei suoi alunni sia accattivante, e, a dire il vero, nemmeno efficace, considerata l’indifferenza del ragazzi, e qualcosa mi dice che nemmeno le sue spiegazioni debbano essere poi così interessanti da ascoltare, altrimenti i ragazzi non si lascerebbero distrarre ma affascinare……

forse (?) è troppo facile decretare che i ragazzi non seguono ed è altrettanto facile convocare un genitore perché dica a suo figlio di non distrarsi…….  

certo, ora non sto qui a dire che tutti i ragazzi siano innocenti, né a colpevolizzare tutti i docenti, ma a chiedere che ogni tanto ci si faccia qualche domanda, con un pizzico di autocritica si, questo lo chiedo, con coscienza e con forza!!!

ahi ahi ahi, ragazzo mio, e pensare che non eri ancora in età scolare e già avevi imparato a scrivere e a leggere da solo, tanto era forte in te la voglia di imparare, e che in seconda elementare ti bevesti letteralmente tutta l’enciclopedia di geografia della Disney…..

e pensare che, con l’esperienza pregressa di tua sorella, man mano che si avvicinava il momento la tua gioia ed il tuo entusiasmo di iniziare la scuola cozzavano con la mia rabbia silente al solo pensiero che ti avrebbero “contaminato”…..

e così è stato……

……. uhm….. piccola dimenticanza: sono stata seduta nel giardino della scuola con la mia enigmistica in mano per un paio d’ore e in queste due ore sono entrate ed uscite diverse auto e diverse persone a piedi, ma nessuno, dico NESSUNO, mi ha chiesto chi fossi e cosa ci facessi lì…..

quasi quasi da domani mattina vado a rilassarmi lì finché il tempo regge…..

Print Friendly
Share

2 Risposte a scuola….. insegnanti….. alunni…. genitori…… figli…….

  • avatar Effediem scrive:

    “… ci sono anche gli uccellini che cinguettano per comunicarsi chissà cosa…”

    I duetti sono frequentissimi fra gli uccelli e si ripetono praticamente ogni 5 minuti e per tutta la giornata.
    Si tratta di una ripetizione narcotizzante, uno stratagemma di cui la femmina si serve per assicurarsi che il maschio
    non la abbandoni dopo averla fecondata. La femmina si fa fecondare solo dopo che il maschio ha imparato il duetto narcotizzante. A quel punto, dopo tanta fatica, al maschio non conviene andarsene a cercare un’altra perché dovrebbe imparare tutto da capo, con grossa fatica prima di poter accoppiarsi. Questo modifica profondamente il comportamento del maschio, che a quel punto finisce per stare con quella femmina solo perché sarebbe troppo dispendioso trovarne un’altra. Prendiamo spunto da questo comportamente per riflettere su come spesso non riusciamo o abbiamo grosse difficoltà ad essere quello che vogliamo, perché troppo condizionati, o non riusciamo o abbiamo grosse difficoltà ad accettare che gli altri siano quello che vogliono essere? :)

  • avatar Orlypi scrive:

    certo, anche se il canto degli uccellini del post era un semplice riferimento alla giornata “atmosfericamente” perfetta ;)
    comunque, riportando il comportamento degli uccellini a quello umano, condivido, è possibile trovarsi in certe condizioni per i motivi che hai elencato tu, ma ci sono anche altre situazioni che impediscono di essere e fare quello che si desidera che sono altrettanto condizionanti, ma che dipendono dalla responsabilità rispetto alle situazioni stesse. così come è vero che si possono avere grosse difficoltà ad accettare gli altri per quel che sono ma non solo perché si desidera farle combaciare con l’idea che ci si è fatta di loro, ma
    perché qualche volta può capitare di trovarsi di fronte a quelle che io chiamo “persone apparenti”, ovvero persone che nei rapporti sociali si mostrano (o sono) assolutamente diverse da quel che sono nel proprio privato, il che significa che quando poi ti ci trovi in quel privato non le riconosci più…

  • Lascia un Commento

    L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

    È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>