Armature e corazze…. antiche e moderne…..

uhm……un tempo, per difendersi in battaglia, i cavalieri solevano indossare armature in metallo che li coprivano da capo a piedi, e talmente rigide che, se disarcionati, diventavano facili bersagli per gli avversari, a causa dell’impaccio dell’armatura stessa che  impediva loro di rimettersi facilmente in piedi

 

DSC00032belle, austere, spaventose…..

non oso immaginare un esercito di cavalieri che mi si para davanti, mi vengono i brividi…..

oggi le battaglie si combattono  a distanza, battaglie corpo a corpo che giustifichino tali difese non se ne fanno più,  ma….. siamo sicuri che l’uomo abbia smesso di utilizzare le armature?

io sono convinta di no: l’uomo continua a proteggere sé stesso dalle lotte quotidiane contro nemici più o meno noti, più o meno palesi, facendosi scudo con strategie altrettanto avvolgenti quanto rischiose e talvolta invalidanti…..

già, l’armatura oggi non la possiamo vedere, non è più così fregiata, elegante, “rumorosa”, ma la indossiamo praticamente tutti…..

ce ne sono di tanti tipi, ma sostanzialmente credo se ne possano distinguere due “categorie”: quella “dura” e quella “morbida”.

quella dura è assolutamente invisibile, perché ricopre l’anima, non le permette di rivelarsi, non le permette di “sentire” il mondo, la vita, nulla…..  

è molto rischiosa, perché spesso chi la indossa col passare del tempo inaridisce al punto che inizia addirittura a manifestarne le conseguenze attraverso la postura rigida, gli occhi freddi, il distacco dagli altri, il disinteresse per il resto del mondo…… ghiaccia l’anima ed è agghiacciante incontrarla……. difficilissimo disfarsene……

quella morbida, invece, è tutta lì, palese, ti si butta in faccia, la vedi subito, non puoi non vederla…… sembra meno difficile da abbattere, ma non è così, è altrettanto devastante, perché, nonostante non intacchi l’apertura verso il mondo, la disponibilità verso gli altri, fa sì che siano gli altri a dover scavalcare un ostacolo per poterti accogliere, amare, raggiungere……

in effetti solo chi la indossa può decidere se far passare i “colpi” che arrivano o farli rimbalzare come una palla pazza…..

di fatto entrambe pongono dei confini tra sé stessi e il resto del mondo……

ma perché si decide di indossare un’armatura? cosa fa scattare quell’allarme che dice che è il momento di “coprirsi”? e cosa fa decidere quale delle due indossare?

a questi dubbi non riesco a dar risposta, o meglio non credo ci sia un’unica risposta, cedo che ciascuno conosca la propria…….  

ad un certo punto si decide e basta, è come se si sentisse che l’unico rifugio valido è dentro di sé…..


qualche giorno fa incrociai un’amica che non vedevo da diverso tempo e lei di getto mi disse: “ma che hai fatto? perché sei ingrassata così?”


se questo episodio fosse accaduto qualche anno fa sono certa che avrei voluto sprofondare nel pozzo più profondo nelle immediate vicinanze!

e invece no: ho sorriso ed ho confermato che aveva ragione da vendere, sono decisamente ingrassata tanto ed è tempo di rimediare perché la schiena, le gambe, tutto il fisico si ribella ed urla di essere liberato…..

e dentro ero serena….. non ho provato quella “vergogna” tipica di quando si mette qualche chilo di troppo, nonostante i chili di troppo siano decisamente TROPPI!!!……

no, non è successo semplicemente perché io SO che è successo, cosa è successo, come è successo, perché ho lasciato che succedesse……..

 

……ed oggi tutto il mio fisico si ribella e chiede di essere liberato…..


già, liberato….

indossare coscientemente una di queste morbide corazze non è per nulla facile, è una decisione “seria” e quando la prendi sai già che prima o poi ti ci sentirai scomodo, per quanto protetto, e sai anche che sarà dura venirne fuori, sgusciare da lì dentro e che bisognerà esser pronti, come un tennista con la racchetta in mano, a rimandare indietro i colpi sgraditi, o a farli passare consapevoli degli effetti che ne deriveranno….

……liberato……

mi trovo sempre più spesso ad osservarmi negli specchi, ma non me nella totalità della mia figura…..

quando indossi consapevolmente la corazza morbida rifuggi ogni superficie in grado di rimandare la tua immagine, perché dentro ti senti comunque quella di sempre, non ti vuoi vedere diversa, pur sapendo di esserlo…..

mi soffermo piuttosto a guardare i miei muscoli, uno per uno, nei minimi dettagli, mi ritrovo ad immaginare di poter togliere all’istante tutto l’eccesso di grasso e poterli riscolpire per rivederli quali in realtà dovrebbero essere….. quali in realtà sono lì sotto, sotto quello strato morbido, invadente e superfluo che comincia  a darmi sui nervi……

liberato…… 

liberato da una morbida consistente corazza sotto la quale mi sono rifugiata per “difendermi” da quel “qualcosa” che mi addolorava profondamente ma contro il quale mi sentivo impotente…….

il mio corpo oggi esige la libertà…..

i miei occhi chiedono di poterlo reincontrare per quello che dovrebbe essere piuttosto che per quello che è diventato……

 

dalla pancia, dallo stomaco, dalle viscere, parte uno slancio verso l’esterno che improvvisamente si smorza…… si arrende…… torna indietro…….

….è un grido smorzato….. soffocato…..


e allora io mi chiedo: “ma sono pronta?”


“sono pronta davvero ad uscire allo scoperto?”


e se non lo fossi?

quale parte di me ha diritto alla priorità?

quella dentro o quella fuori?………

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