GRAZIE SIGNOR VIGILE!

……ecco, il telefono squilla, mio figlio ha perso il treno: parte l’OPERAZIONE RECUPERO…….

…..stabiliamo il luogo, corro a prepararmi, scendo in garage, prendo l’auto, supero velocemente i primi due incroci insolitamente sgombri e mi immetto sulla strada principale: ARGH!

ecco PERCHÉ ci sono solo io!

giusto, oggi è sabato!

c’è una manifestazione che si sviluppa in tutta la città, e mi trovo ai limiti dell’isola pedonale istituita per l’occasione …….

realizzo che dopo non potrò rientrare per la solita strada e non so QUALI siano gli accessi liberi……

uhm…….  procedo pensando a DOPO, vedo un vigile fermo all’incrocio successivo e lo chiamo….

si avvicina e gli chiedo se posso avere un’informazione e lui scherzosamente mi dice “anche due” ed io, sorridendo, gli confermo che me ne basta una: “dopo devo rientrare a Napoli, che strada devo fare?”…..

lui mi guarda, ride e chiede “a Napoli?!?” ignaro del fatto che se penso Casa nel cervello ho fissa Napoli……

cavolo, so’ vent’anni che sto qua e manco me ne faccio una ragione……… forse per questo rifiuto categoricamente di imparare il CAP e se me lo chiedono do quello di Napoli!

e mentre penso questo rido e lo rassicuro: “no, no, vabbé, volevo dire “a casa” e continuo a ridere, soprattutto per la sua espressione e poi focalizzo che il tipo, contagiato dalla mia risata, ride anche lui e poggiando la mano sul mio braccio che si trova rigorosamente all’interno dell’auto, mi dice la strada alternativa aperta al traffico …..

traffico?!? ma se ci sono solo io!

gli altri, praticamente TUTTI, stanno a piedi, fermi davanti ai gruppi che investono le strade con le loro chitarre, i loro bassi, le loro batterie, i loro sax, le loro voci, in una sorta di cacofonia che non so come magicamente si trasforma in musica quando si passa a ridosso di un gruppo e si viene investiti solo da quelle note, mentre tutto il resto diventa una sorta di sottofondo, per poi tornare cacofonia appena ci si sposta……

vabbé, mi riprendo, ringrazio sorridendo, saluto, mi immetto in autostrada e ripenso alla familiarità con cui mi ha trattata il vigile…….

uhm……..

però! che stranezza!

i miei anni non credo di nasconderli, tra l’altro ho i capelli rigorosamente bianconaturale, certo non può avermi presa per una ragazzina……..

bah……..

mi sa che devo rivedere il mio modo di trattare gli altri…..

o forse no…..

certo che a cinquanta e passa anni suonati……

forse dovrei essere meno spontanea…..

forse dovrei essere più seria, avere un contegno…..

forse dovrei imparare a fare la signora……..

certo, una signora non si sarebbe lasciata andare così, si sarebbe mortificata o forse non avrebbe lasciato affiorare sulle labbra il desiderio del cuore……

e poi, insomma, la divisa dovrebbe ammonire…….

e invece no! io se devo ridere rido, chiunque abbia davanti, e non so perché gli abiti e i ruoli si perdono e si confondono e si lasciano andare e contagiare……..

e non so se “si può fare”, forse non dovrebbe essere così, non alla mia età, non con un vigile, ma per me va bene, anzi va alla grande, soprattutto “oggi”, che ogni tanto mi si riaffaccia la sensazione del panico ogni volta che la ritualità del mio fare quotidiano devia in una qualunque direzione, anche la più banale….

e per fortuna che c’è il “dejà vecu” che mi rende possibile smorzarlo sul nascere……

soprattutto “oggi”, che la mia vita è immersa in un tale miscuglio di desideri improbabili e catene obbliganti……

soprattutto “oggi” che il canto mi si smorza in gola, i pensieri si bloccano nella mente ed il sorriso non investe gli occhi…….

e allora si, va bene così, e grazie signor vigile, grazie infinite:

tu non lo sai, io non ti riconoscerò mai come non riconosco mai nessuno, mentre forse tu, quando mi rivedrai passare, riderai di me e della mia gaffe,e penserai che sono quella “strana, stonata signora che voleva sapere come “tornare” a Napoli qui”, ma ti sarò sempre grata, perché grazie a te, grazie a quel tocco di familiarità insolita ed inattesa fra la tua mano ed il mio braccio, tu mi hai dato la voglia di sparare forte lo stereo  e di cantare a tutta voce come non facevo da un pezzo, e mi hai regalato dieci minuti di sana spensierata solitudine in cui ho finalmente  liberato il cuore da macigni pesanti!!!

Print Friendly
Share

Lascia un Commento

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>