che si partoriscano pensieri e pensieracci è più che normale…..
non credo ci sia qualcuno che non abbia almeno un paio di problemi…..
se esiste, credo sia un extraterrestre!
e credo sia più che naturale trascorrere del tempo a rifletterci…….
però se ci si blocca su, se ci si fissa, la situazione può precipitare e raggiungere livelli forse paranoici e credo che evitare di cascarci sia a dir poco doveroso verso noi stessi……
lo so che non è sempre facile, anzi non lo è per nulla e non lo è mai, io stessa ho vissuto una fase (una?!?) in cui lasciavo che i pensieri mi prendessero per mano e cominciassero a fare con me un girotondo infinito, e come una bambina mi lasciavo trasportare e li seguivo passo passo……. ero accondiscendente con tutti, anche con i brutti pensieri…….
però con i bambini, soprattutto quelli più piccoli, si evita di girare in modo vorticoso per non fargli venire la nausea, per non farli cadere di botto, per far sì che il girotondo da gioco non si trasformi in incubo……..
alla guida del girotondo con i bambini piccoli o di età mista c’è sempre un adulto che sia pronto ad intervenire quando i più grandi, già avvezzi ai capitomboli e ai ruzzoloni, già proiettati nel “gioco” della sfida, si lasciano prendere la mano e, certo non con l’intento di far male ai più piccoli, cominciano a girare, girare, girare sempre più velocemente……
è lì che è necessario l’intervento dell’adulto che, a seconda delle situazioni, decide di ammonire semplicemente o di bloccare definitivamente il gioco…..
la scelta dipende dalle circostanze: quanti bambini intraprendenti ci sono, qual è la loro capacità di riflettere sui motivi per cui bisogna rallentare e accogliere la richiesta, qual è la differenza di età fra i vari bambini, quanto è “svezzato” il più piccolo…….
analogamente, nel girotondo dei pensieri è necessario sapere quando intervenire per evitare che prendano il sopravvento e ci portino a raggiungere stati d’ansia che possono preludere ad attacchi di panico, perdita del controllo, confusione mentale……
non sono una psicologa né una psichiatra e nemmeno un counselor, ma ho vissuto un periodo relativamente breve davvero difficile in cui ho vissuto intensi attacchi di panico che in qualche modo hanno interferito con la mia vita fino a pregiudicarla in parte, ma che, per mia fortuna, ho imparato a riconoscere sul nascere, combattere, controllare, annientare……
convivere con il panico e tutti i sintomi correlati non è solo doloroso, ma devastante, perché se gli si lascia prendere il sopravvento, cosa praticamente impossibile da evitare, non si riesce più a vivere…..
bisogna correre ai ripari, in qualunque modo, e trovare una soluzione definitiva, a meno di non decidere di smettere di condurre una vita normale, perché il panico può coglierti all’improvviso in un qualunque momento e luogo, e poiché quando sei sua schiava – nonostante non riesca a far altro che quello che ti ordina, ovvero non ragionare più lucidamente ma lasciarti trasportare alla deriva quasi fossi una scialuppa senza remi – sei comunque cosciente di non essere te stessa, non ti piace che succeda davanti a nessun altro all’infuori di te……
ma a prescindere dal panico, è necessario comunque avere il controllo dei propri pensieri soprattutto nell’affrontare situazioni difficili o dolorose o quando bisogna vagliare tutte le possibili soluzioni di un problema, o ipotizzare tutte le conseguenze delle proprie scelte…….
o semplicemente scacciare pensieri negativi destabilizzanti……
ciascuno ovviamente ha un proprio modo di frenare e canalizzare il flusso dei propri pensieri, di tenere a bada i pensieracci: c’è chi ha bisogno di svolgere attività manuali con l’obiettivo di stancarsi, come fa una mia cara amica che risolve mettendosi a pulire di tutto, dai vetri ai lampadari, all’argenteria, ai pavimenti….. bè, questo è sicuramente vantaggioso, se non altro si trova la casa pulita!
o come fa mia sorella, che si immerge anima e mani nella creta e realizza straordinari oggetti di design….. e anche questo non è affatto male, soprattutto per chi ama le sue creazioni!
o come mio nipote Luca, che materializza con varie tecniche i suoi mostri e li trasforma in vere e proprie stupende sculture…….
io ho impiegato un po’ di tempo per trovare la mia soluzione che è quella di pensare ad altro, concentrandomi sulla soluzione di altri problemi quali possono essere schemi logici, cruciverba senza schema, quadri di mahjong, e se ricordassi l’analitica non disdegnerei di immergermi in qualche problema sulla parabola…….
…..è un po’ di tempo che ho una tale necessità di controllare i miei pensieri, se non addirittura di annullarli, che spesso trascorro interi pomeriggi al pc per risolvere quadri di mahjong……
ed è così che stasera, durante una pausa dal gioco, ho deciso di scorrere velocemente le notifiche di FB ed ho trovato questa stupenda foto di una nuova creazione di mio nipote, accompagnata da questa domanda:”tu quante facce vedi?”….. embé, questo ti obbliga ad osservare con attenzione……
mi ci sono soffermata un bel po’, ho contato e ricontato nasi occhi e bocche e l’ho condivisa, poi ho ripreso a giocare…….
dopo un po’ ho scoperto che c’erano alcuni commenti ed uno in particolare mi ha colpita: ”a quest’ora? non c’è il rischio che si trasformino in incubi?” …..
ed è così che ho focalizzato un inaspettato cambiamento in me, che credo sia alla base della mia nuova me: io, che fino a qualche tempo fa ho sempre evitato di guardare non solo i film dell’orrore, ma tutto ciò che generava uno stato di tensione, oggi ho bisogno di guardare in faccia i miei mostri!
ho realizzato che finché non ho iniziato a guardare in faccia le mie paure, ho praticamente evitato di affrontarle……. finché ho girato il canale per non vedere una scena, fino a quel momento io sono stata in balìa del panico anche quando non si manifestava perché potenzialmente poteva arrivare in qualunque istante, io stessa gli spianavo la strada……
oggi no, oggi i miei “mostri” li devo guardare, osservare, soppesare perché devo conoscerli per riconoscerli, capirli per affrontarli, prenderli di petto per stroncarli………. ed ho capito che è per questo che ho “dovuto” mettere in casa, in bella vista, un “mostro” di Luca portacandele:
ogni volta che ci passo davanti gli getto almeno uno sguardo: mi affascina terribilmente…….
e, ancora, per questo mi ha presa la fissa di The walking dead: te lo sbatte in faccia che bisogna combattere anche solo per restare in vita…..
ed è sempre così, non solo in una catastrofe in cui il mondo è invaso dagli zombie……..
e allora grazie, Luca, grazie di trasformare i tuoi mostri in sculture perché il vederli anche solo in una foto su FB mi da la forza per abbattere i miei …….