E io voglio pensare troppo

La mia città . E. Bennato _ caricato da Joe Ringo

……..e adesso dovrei descrivermi! è difficile parlare di se stessi in modo critico e distaccato….. ci si vede comunque sempre in modo particolare…… come dire….. con un occhio di riguardo!!! 

proprio per questo, per avere un’idea realistica di quel che sono, io consiglio sempre due cose:

rivolgersi ai miei tre figli, o meglio a mia figlia e ai miei due figli: c’è una differenza abissale tra Venere e Marte, quindi suppongo che anche il loro modo di percepirmi e vivermi sia diverso…… certo che per essere davvero precisa dovrei dire: mia figlia, il mio primo figlio maschio e il mio secondo figlio maschio: i miei due figli maschi, per quanto provenienti entrambi da Marte, sono diametralmente opposti……

vabbé, insomma, chiedete a ciascuno di loro, sì da avere punti di vista sicuramente ravvicinati (anzi, per loro, forse TROPPO ravvicinati, poverini, ihihihihi), probabilmente contrastanti, metteteli insieme e tirate le somme…..

2) leggere quel che scrivo, dal momento che altro non è che la traduzione in lettere di quel che rumina il mio cervello, spesso in modo eccessivamente frenetico ed incessante……. e in fondo forse questa mi sembrerebbe la soluzione più saggia, dal momento che si, è vero che loro quattro abitano in casa con me, ma mica abitano il mio cervello!

ad ogni modo qualcosina su di me, credo l’abbiate già intesa leggendo queste poche righe, ma cercherò di appagare la vostra curiosità aggiungendo qualche dettaglio: sono una donna come tante, non più giovanissima avendo da un paio d’anni superato il mezzo secolo……. come? non dovrei dire la mia età? e perché? sapeste come mi sento meglio con me stessa ogni anno che passa!!!  vabbé, dicevo che non sono più giovanissima, ma ho ancora una notevole forza fisica e tanta, tantissima voglia di fare. Cosa? bé, questo dipende dai momenti, dalle condizioni, dalle materie prime a disposizione e dalla necessità….. l’importante è, in quei momenti, simili a veri e propri raptus, assecondare il mio bisogno di creare qualcosa che potrebbe materializzarsi in un dolce come nella riparazione di un cassetto, nella realizzazione di un vestito o nell’incisione di un vetro, o ancora, follia agli occhi di molti, nella traduzione di un brano dal francese, che ho sempre amato, o dallo spagnolo, lingua che non conosco per niente, ma che intuisco….. l’inglese no, è il mio incubo! perché tradurre? per lo “sfizio” di farlo!

OPS! dimenticavo un particolare per me importantissimo: sono Napoletana, anzi ORGOGLIOSAMENTE NAPOLETANA, adoro la mia città e anche se purtroppo la vita mi ha portata “altrove”, nonostante questo “altrove” sia abbastanza vicino a Napoli e in fondo se ne respiri, per fortuna, anche un po’ l’aria (ma non quella di mare,eh, qui non ce l’abbiamo il mare ,  piuttosto quella della straordinaria spontaneità, semplicità, accoglienza delle persone, così genuinamente Meridionali), nonostante tutto ciò, dicevo, il mio cuore è sempre lì, a Casa, e non nascondo che appena posso “napoleggio”, e spesso lo faccio col treno, così approfitto e mi diverto sui tapis roulantes che collegano le metropolitane!

 

ehm….. ho dimenticato un altro dettaglio: mi chiamo Paola, Paola Orlando, e per qualcuno sono orlypi

 

p.s.questa pagina ha subito una variazione di notevole importanza: quando è nata c’era l’invito a rivolgersi anche a qualcun altro, poi però nel tempo sono successe tante cose e quindi….. i miei figli sono e saranno sempre le mie uniche certezze!!!