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EMPATIA
22/08/2023oggi riflettevo sulla parola “empatia”……….
……………. EM PA TI A …………………………………………….
secondo il vocabolario TRECCANI, “EMPATIA” corrisponde alla seguente definizione:
empatìa s. f. [comp. del gr. ἐν «in» e -patia, per calco del ted. Einfühlung (v.)]. – In psicologia, in generale, la capacità di comprendere lo stato d’animo e la situazione emotiva di un’altra persona, in modo immediato, prevalentemente senza ricorso alla comunicazione verbale. Più in partic., il termine indica quei fenomeni di partecipazione intima e di immedesimazione attraverso i quali si realizzerebbe la comprensione estetica.
……….. comprendere lo stato d’animo di un’altra persona e immedesimarvisi in modo da partecipare a ciò che prova, alle sue emozioni, in modo intimo e immediato …..
………………….quindi se il primo soffre l’empatico soffre, se il primo è entusiasta l’empatico è entusiasta………….
……. BELLO!!!……….
questa capacità di EMOZIONARSI insieme ad un’altra persona, di condividerne le emozioni in modo istintivo ed intimo, non è dote comune, quindi incontrare una persona empatica è davvero una gran bella fortuna: sei nel bel mezzo di una crisi, e senza parlare un empatico incrociato per caso nella metropolitana o al bar o dal fruttivendolo percepisce il tuo malessere e inizia a SENTIRE esattamente ciò che tu provi, e, e questo è il bello, non essendo investito direttamente dal tuo problema, dovrebbe essere capace di gestire con maggior lucidità tutto quanto necessario per affrontarlo e, perché no, superarlo…..
…………BELLO!!!………………
…… l’empatia secondo me è affascinante……
non è un sentimento bensì un’emozione, che è una gran bella differenza: a prescindere dal sentimento che prova verso di te, cioè a prescindere dal bene o dal male, dai legami di sangue, dai legami di amicizia, l’empatico ti comprende, ti sente, ti percepisce……. ed è partecipe delle tue emozioni…………………
e nella mia fantasia positiva ti aiuta, ovviamente limitatamente alle sue possibilità, però ti aiuta, perché ti sente, è coinvolto emotivamente ed emozionalmente e non può che aiutarti, altrimenti rischia di restare in quella condizione emotiva dolorosa in prima persona……..
…………..BELLO!!!…………
…………..ti aiuta sua sponte, senza chiedere nulla, senza che tu debba chiedere nulla…….
………….BELLO!!!………….
….farà di tutto perché tu possa star bene emotivamente ed emozionalmente……………..
…………..farà di tutto perché tu possa star bene emotivamente ed emozionalmente?……….
……… certo!!!!!!………….
……… già…………
……………però……… ……..
………….. però .mettiamo il caso in cui contemporaneamente a te, ovvero al tuo malessere emotivo, ci sia un’altra anima in pena esattamente per lo stesso motivo , e che l’empatico sia maggiormente affettivamente coinvolto con l’altra anima, che succede?…….
… …..secondo me l’empatico propenderà verso l’altra anima nonostante abbia “sentito” prima te!………
…………..o no?………
………….. uhm…………… …………
……beh, io credo di si, ahimé……
…………e chissà, forse ci sta pure, come non comprenderlo?
come non avere empatia nei suoi confronti?
e anche nel caso in cui ci fosse un’incongruenza nella sua manifestazione di nonempatia, che fai? gli dici “scusa, ma tu non eri empatico?….
scusa, ma tu non avevi sentito prima me?”……..
certo che no, ingoi e giri pagina….
ovviamente un tantino più provato di prima, però così è e te lo fai piacere…….
…..e però poi ti metti a riflettere su quanto accaduto…….
e ti metti a riflettere sull’empatia e la nonempatia……. o antiempatia, che dir si voglia……
… e alla fine arrivi ad una conclusione, e cioè: se così stanno le cose, se questa è la cruda realtà, se chi sta “soffrendo” deve mettere da parte la propria sofferenza e tirar fuori dal cilindro la propria empatia, ed accettare che l’empatico è empatico nei limiti dei propri interessi, o, per meglio dire, dei propri affetti, è possibile che metta in discussione l’esistenza dell’empatia stessa, compresa la sua….. e se è così, poi c’è il rischio che ….. e la dico napoletanamente per non trascendere….. poi c’è il rischio che il neoempatico arronzi l’empatico!!! e in tutta franchezza, anche questo ci sta, ci sta eccome!!!
n.b.arronzare
da” https://grandenapoli.it/arronzare-un-termine-dialettale-dai-molteplici-utilizzi/
La parola arronzare, in Campania, assume più di un significato, più di una declinazione. Il suo utilizzo generico è però quello di fare qualcosa male e con rapidità, di fretta, in maniera svogliata e senza l’utilizzo di impegno alcuno.
Ma si arronza qualcosa anche quando si arraffa tutto ciò che si può, senza nemmeno analizzare bene cosa si sta davvero prendendo. Quest’utilizzo del termine arronzare si confà anche quando ci si riferisce a una rapina avvenuta e, allo stesso modo, anche di fronte a un banchetto, a delle cibarie.
Quando arronzare viene riferito invece a un individuo, il quale è stato, perciò, arronzato, il termine assume l’accezione di maltrattare. Una persona è stata arronzata quando non è stata trattata bene, quando ci si è approcciati a quest’ultima con bassa considerazione o quando si è arrivati a mandarla via, con scusanti o meno, in rapidità.
ORGOGLIO DI MADRE!!!
21/08/2023tanti anni fa, quando iniziai a scrivere qui, raccontai di quanto fosse importante per me fermarmi di tanto in tanto a fare il punto della situazione del mio “cuore” con un “bi-lancio” periodico, e di quanto mi aiutasse a raccogliere le idee fermarmi su un muretto che sembrava fatto apposta per far questo, muretto cui improvvisamente dovetti rinunciare…..
ricordo che chiusi i miei pensieri facendomi una domanda cui non ho saputo rispondere per tanto tempo: ” e adesso dove farò il mio bilancio”?…..
beh, la riposta è arrivata oggi: il mio bilancio spunta senza programmazione specchiandomi negli occhi di mio figlio!…..(precisazione necessaria su “mio figlio” : io ho 3 figli….. anzi, per la precisione, una figlia e due figli…. quando dico “mio figlio” lo dico in modo generico, nel senso che ciascuno dei miei figli può essere il mio banco di prova, il mio specchio, a seconda del momento e della situazione!)
ricordo inoltre di aver scritto un post in cui elencavo con un pizzico di rammarico tutta una serie di progetti inevitabilmente disattesi dal momento in cui decisi di buttare tutto all’aria per poterne portare avanti a tempo indeterminato uno e soltanto uno, pur nella coscienza che si trattasse di quello in assoluto meno conveniente nel rapporto tempo/guadagno, in quanto decisamente il più impegnativo (h24 a tempo indeterminato) e il meno remunerativo (0 euro/ora): la mamma a tempo pieno…..
….è passato tanto tempo da allora, per la precisione 30 anni, 5 mesi e 16 giorni, senza contare il tempo della prima gravidanza, ma quello è un altro mondo…..
….a volte, soprattutto dopo il raggiungimento dell’autonomia dei ragazzi, mi sono soffermata a chiedermi se fosse valsa la pena mandare al diavolo tutti i progetti, tutti i sogni, e di non creare un mio spazio soprattutto lavorativo che in qualche modo desse un senso ai miei giorni nel presente….
e questo non perché mi sia pentita di tutto il tempo passato a “parlare” una lingua di “ghgh be ta da mmm” da interpretare a seconda del tono, dell’intensità, degli sguardi e delle smorfie di corredo…. né perché mi sia pentita delle ore vissute per terra a fare corse a quattro zampe prima e a 90° poi nel tentativo di sostenere primi passi e bloccare rovinosi capitomboli….
….e nemmeno del tempo trascorso ad attaccare cerotti, a litigare a tu per tu prima di cedere ad una richiesta apparentemente improponibile o tenere il punto in una situazione decisamente inaccettabile,
o di quello passato in cucina a pulire gli avanzi dei primi pasti in autonomia né di quello delle corse per accompagnare e/o recuperare, a/da scuola-feste-primi e secondi appuntamenti, o a fare la tassista per amiche e amici, a preparare zaini e a ristudiare la storia e le 4 operazioni, a fare torte e inventarmi animatrice, a fare il tifo alle partite di basket o la consolatrice nei momenti di sconforto…
….per il resto, per quel che riguarda me, sapevo bene che in qualche modo prima o poi avrei risolto!
NONONONONO!!!
tutto questo tempo, tutte queste corse, che rifarei daccapo una ad una senza pensarci due volte, sono incise nel cuore e nella mente e per fortuna lì rimarranno e nessuno potrà mai portarmele via!!!
…… i dubbi sorgono, le domande si affacciano per il vuoto che si crea……
nonostante chi opta per la mia strada sappia bene che via via che i figli crescono, da che ti trovi immersa in un turbine di impegni fisici e mentali tutto a un tratto ti sembra che ti sfugge tutto dalle mani e ti resta ben poco cui pensare e da fare perché la crescita dei figli è inversamente proporzionale a quella degli impegni presi per la loro….
oddio, magliette e pantaloni, calzini e boxer da stendere e stirare, piatti e bicchieri da lavare, per non parlare delle tazzine da caffé, quelli, in realtà non mancano mai, così come il casino e il rumore sono altrettanto onnipresenti, ma quelle altre situazioni, quelle che più ti generavano pensieri, impegno fisico ed emotivo, quelli vanno via via scemando fino a sparire, ed è in quei momenti che ti chiedi:” ma che senso ha avuto? o meglio, ma io, adesso, io, a chi servo??? …..
ed è in quei momenti che ti prende lo sconforto, che rimugini sulle scelte, che ti sembra di essere inutile, che ti chiedi che senso abbia avuto…..
che ti sembra di aver sbagliato…..
vai avanti facendo appello alla tua creatività per inventarti dell’altro, ma la nostra società è costruita in modo che già a 40 anni sei fuori dal mondo del lavoro, figuriamoci a 50 e oltre (anche se ti si definisce “OCCUPABILE”!!!) e poiché, come dicevo prima, la remunerazione fin dal primo giorno del tuo lavoro è stata pari a 0 euro, difficilmente puoi inventarti imprenditrice, ed è quindi molto probabile che piombi in uno stato di trance, conseguenza del molto tempo a disposizione difficilmente sfruttabile in modo soddisfacente…..
poi un giorno, all’improvviso, ti trovi di fronte al banco della verità, ti trovi tuo malgrado a fare il punto della situazione ed è lì che capisci se tutto ciò ha avuto un senso oppure no!
e succede quando di fronte ad uno stesso dolore, ad una stessa situazione, ti rendi conto che tuo figlio reagisce in modo decisamente più maturo di te, che forse, proprio perché ti stai facendo tutte quelle domande sul modo in cui hai scelto di impiegare i tuoi anni più fruttuosi, capisci che in qualche modo si è ribaltata la tua posizione perché tu, madre, hai molto da imparare da tuo figlio, che al momento opportuno mostra di essere decisamente più lucido e adulto di te…
ed è lì che, mentre stai per cedere ad un ennesimo senso di sconforto, ti fermi e realizzi che in fondo, ma NON molto in fondo, quel ragazzo è diventato un Uomo perché TU hai fatto un buon lavoro, perché TU gli hai dedicato tutto il tuo tempo, in barba alla remunerazione 0 euro, in barba al monte ore con straordinari non calcolati, ferie non spese, feste non festeggiate…..
in barba al tuo stato di trance…..
e allora lo guardi con orgoglio, e si, dannazione, si che ne è valsa la pena, ne è valsa decisamente la pena, e la tua più grande soddisfazione, anzi, il tuo maggior “GUADAGNO” è sapere che al mondo c’è un Uomo in più, e c’è grazie al TUO impegno e alla TUA dedizione!!!
e per quanto riguarda il resto , per quanto riguarda te, sai bene che prima o poi, come già detto, il modo di risolvere lo trovi!
E MO’ BASTA!!!!!
14/08/2023a me non me ne frega niente!
….. russi, ucraini, italiani, americani, inglesi, rossi, bianchi, neri……
basta!
basta tutto questo sangue!
basta tutta questa morte!!!!
penso ai miei figli….
li ho visti crescere, giorno dopo giorno, sviluppare nuove capacità, interagire con i loro giochi, addentrarsi in nuove avventure, imparare a parlare, camminare, mangiare…. tutto quello insomma che impara via via un bimbo per raggiungere la propria indipendenza fisica e mentale…..
bello, affascinante, suggestivo, entusiasmante…..
penso a loro e mi chiedo perché….
perché a loro è stato dato vivere serenamente tra i loro giochi, le loro attrezzature, il loro papà, la loro mamma?
perché? ….
la risposta è ovvia, perché è giusto che sia così!…..
e allora, se è giusto che sia così, perché Olger e Lule e Klea e Bledi non possono vivere questa serenità?
perché hanno dovuto abbandonare, i loro giochi, i loro papà, le loro case, la loro VITA?
e perché Артём (Artyom), Александр (Aleksandr), Михаил (Mikhail), Даниил (Daniil) e Максим (Maksim), Иван (Ivan), Кирилл (Kirill), Андрей (Andrey), Дмитрий (Dmitriy) e Матвей (Matvey) hanno dovuto lasciare chi i propri piccoli nel dubbio di rivederli ancora, chi i propri studi e il proprio futuro, chi la propria VITA? ….
vivo con due dei miei figli…..
25 anni, poco più, poco meno….
li guardo, intenti ad incastrare i propri impegni con i propri obblighi, intenti a VIVERE nel presente e nella prospettiva del futuro …..
li guardo con orgoglio, li guardo con amore e il mio cuore è sereno….
d’improvviso la mia mente vede altro: imbracciano armi e uccidono….
da piccoli, come tutti i bambini, hanno strappato almeno una foglia da una pianta e quando è successo li ho sollecitati a strapparsi un capello perché comprendessero che LA VITA VA RISPETTATA SEMPRE, IN OGNI SUA FORMA….
ed ora imbracciano armi e uccidono….
IMBRACCIANO ARMI E UCCIDONO!!!
ed ora sono diventati ASSASSINI AUTORIZZATI!!!
…. sono responsabili della morte e della vita di altri esseri umani…..
improvvisamente si tingono di rosso….
i corpi dei loro COETANEI straziati da strappi disumani, lacerati dall’orrore delle esplosioni si sovrappongono ai loro corpi, ai loro visi…
corpi esanimi….
corpi e basta, da cui non zampillano più idee frizzanti, risate schiette, parole d’amore…..
corpi e basta da cui fluiscono rabbia, odio fratricida…..
si, fratricida, perché nel 2023 non dovrebbero più esistere confini, razze, perché dovremmo sentirci tutti CITTADINI DEL MONDO!
….. e poi penso a me…..
e mi vedo disperarmi perché lui, loro, non ci sono più, sia che il loro cuore batta, sia che i loro occhi si siano chiusi…..
non ci sono più perché gli hanno strappato i sogni, gli hanno strappato il futuro……
esco di casa, apro il portone, mi guardo intorno….
quei palazzi, quelle strade, quei negozi, quegli alberi, che sono lì da sempre, da che io ricordi, sono rassicuranti proprio perché lì da sempre, da che io ricordi….
il mio cuore sorride…..
vivo in un quartiere nel cui sottofondo sonoro sono sempre presenti i rombi degli aerei….
per un lungo tempo ho vissuto altrove e quei rombi erano un antico ricordo che mi mancava… c’era un vuoto….
tornata qui, finalmente il vuoto era stato colmato ed anche quello, strano a dirsi, era parte delle mie certezze rassicuranti….
poi però improvvisamente quei rombi hanno cambiato il loro senso nella mia mente, e per quanto sappia che si tratti di voli civili, carichi di probabili uomini e donne festanti, o uomini e donne d’affari, ho iniziato ad aspettarmi esiti esplosivi e non di rado mi vedo circondata da macerie, gente che chiede aiuto, tutto raso al suolo, vite strappate, bimbi che piangono…… cani con collare che cercano e guaiscono…..
e allora ribadisco. a me non me ne fraga niente!
A ME NON ME NE FREGA NIENTE!!!
russi, ucraini, americani, tedeschi, italiani…..
rossi, bianchi, neri….
sono vite…..
sono VITE…..
ERANO vite!!!!!
e allora BASTA!!!
BASTA SANGUE!!!
BASTA MORTE!!!!!
CHE SI DIA UNO STOP!
CHE SI BLOCCHI TUTTO QUESTO STRAZIO!!!
e poi, se non siete capaci di risolverla in modo pacifico, fate come gli Orazi e i Curiazi! solo 6 persone in tutto!
ma ANDATECI VOI a farvi lacerare le membra!
DATE VOI la vostra vita in nome di quello stesso obiettivo per cui giocate con le vite degli altri!!!