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benvenuto, “dolore”!
29/04/2015devo dire che è un po’ di tempo che devo fare i conti con una nuova modalità di me: quella “silenziosa”………
sia chiaro, non è che mi disconosco, anzi, dico solo che non mi ri-conosco!……
all’inizio mi sono un po’ “spaventata”…..
ho sempre vissuto in una gran quantità di suoni: se non li producevo col piano o cantando attaccavo lo stereo……
c’è stato un lungo periodo in cui non riuscivo a staccarmene nemmeno in strada: la prima cosa che prendevo era l’MP3 e giravo per strada con almeno un auricolare….. l’altro lo evitavo se non altro per non finire sotto una macchina ……..
ho sempre detestato il silenzio…..
finché non ho iniziato a fare vere e proprie veglie notturne volontarie ed ho scoperto la magia del silenzio delle prime ore del mattino, quelle in cui le attività umane sono per la maggior parte ferme e si può apprezzare la voce della Terra in tutte le sue espressioni…….
a questo proposito mi sono inventata un gioco: associare uno stato umano ad ogni fenomeno naturale e da questa associazione dedurre il sentimento della Terra……..
ed eccola triste quando piange attraverso la pioggerellina, infuriata con tuoni e fulmini e temporali e vento, gioiosa quando permette agli uccellini di cinguettare e svolazzare alle prime luci del mattino o alle stelle di brillare a dispetto delle luci elettriche………
beh, quel silenzio è decisamente appagante, risveglia in me sensazioni di pace ed armonia interiore difficilmente raggiungibili……..
però ho sempre continuato a godere dei miei suoni…..
improvvisamente un giorno ho spento tutto: niente più bisogno di suonare, niente più bisogno di sentire musica, niente più bisogno di cantare……..
la musica mi deconcentrava, non riuscivo nemmeno più a fare una partita a candy crush, se provavo a cantare la voce mi si smorzava in gola, tant’è che pensavo di non saperlo nemmeno più fare _ ma poi ci sono riuscita, in macchina, da sola, a tutta voce…..
nemmeno il cervello pareva funzionare più, non riuscivo più ad afferrare e fermare i pensieri quando mi sembrava ne stesse passando uno, anzi spesso avevo la sensazione di non farlo più…….
e i contatti con le altre persone, anche quelli, sempre amati, ricercati, goduti, sia fisicamente che virtualmente, anche quelli, d’un tratto, parevano non interessarmi più……
e tutto questo mi stupiva, mi sconcertava…….
poi improvvisamente ho capito cosa stava succedendo: stavo pensando dentro…..
o meglio, più che a pensare, la mia mente era impegnata a comprendere……
e l’ho focalizzato solo dopo che finalmente è successo……
si, perché è successo, ho COMPRESO……
compreso, non capito, perché comprendere implica accettare…….
ed anche se non è ancora tutto chiaro, adesso so che è tutto lì, ora devo solo mettere in ordine…….
e nell’attimo stesso in cui ho compreso mi sono sentita come se qualcosa, qualcuno, mi avesse “illuminata”……..
queste cose non accadono per caso, ma perché si vivono situazioni talmente forti, talmente al di fuori della nostra immaginazione, che annaspiamo e sappiamo che bisogna risolvere……
certe volte possiamo anche non renderci conto subito dell’enormità del momento, e razionalmente proviamo a far cambiare le cose, le persone, i fatti, e lo facciamo nonostante sappiamo bene che ce la stiamo solo cantando, perché, a meno di non essere totalmente ingenui, siamo ben coscienti che di fatto possiamo agire in modo concreto solo su tutto ciò che dipende esclusivamente dalla nostra volontà, mentre laddove sono coinvolte altre persone, altri interessi, non possiamo fare proprio nulla…… nulla tranne la nostra parte…..
forse possiamo rimediare qualche momento in cui ci sembra di aver raggiunto quella serenità in cui tanto speravamo, ma prima o poi sistematicamente tutto si rivelerà per quello che è: una semplice costruzione…….
certo, se parliamo di edifici, di oggetti, “costruire” va bene, un buon manufatto regge per anni, ma quando entriamo in altre sfere c’è poco da fare, quelle sono quel che sono.
punto. …….
ed è inutile tentare di cambiare, a meno di non voler vivere per finta……..
perché quando si costruiscono sentimenti in fondo si costruiscono menzogne……
e anche se probabilmente non c’è la volontà di mentire, di fingere, di fatto è così’, e la cosa più buffa è che le prime vittime di questa truffa siamo noi stessi……..
il problema non si rivela finché non se ne prende coscienza, a meno di non voler vivere alla maniera degli struzzi, con la testa nella sabbia, a vita……..
certo, alcune volte si rivela più comodo, ma io ho un problema, io odio le menzogne, odio la finzione…….
non mi piace nemmeno andare a teatro!…….
figuriamoci se potrei ipotizzare di vivere per finta……..
o in una costruzione…………
quando ci succede qualcosa di duro, doloroso, vorremmo poter tornare indietro perché non accadesse…..
perché non fosse mai accaduto……
io, almeno, l’ho desiderato diverse volte e mi sono rammaricata per non essere dotata del tasto di reset, ma nel momento in cui mi si è rivelata “la verità”, nel momento in cui ho visto pur non avendo gli occhiali sul naso, beh, mi sono detta che ho sempre sbagliato! …..
mi sono detta che l’errore più grande e frequente che abbia mai potuto commettere è stato proprio quello di non voler vivere i momenti brutti…….
le “crisi”……
ed è vero, quando ci sono quei momenti stai male, tutto sembra crollare, e cerchi di fare di tutto per mitigare, minimizzare tutto quel dolore con ogni strumento a tua disposizione, fosse pure spararsi lo stereo nelle orecchie o mettersi a cantare il proprio dolore…….
è vero, è umano, ma è sbagliato, perché tutti questi non sono altro che mezzi per distogliere la propria attenzione dalla voce interiore, l’unica vera voce che ha il dovere/diritto di dirti la sua…..
l’unica vera voce che ti può dire la verità, forse proprio quella che tu non vuoi sentire…….
e allora no……
allora basta fuggire il dolore, allora bisogna tuffarcisi nel dolore, immergercisi dalla testa ai piedi nel dolore!
per sentirlo tutto e trovarne la causa, la vera causa, perché solo conoscendo la vera causa, solo conoscendo “LA” verità, puoi prendere la decisione giusta, scegliere la strada giusta, quella che probabilmente fa più male di tutte le altre possibili a percorrerla, ma l’unica che alla fine ti donerà la serenità che rincorri da sempre…….
e allora, da oggi, che ben vengano anche le “FASI/NO”…… e allora, da oggi, benvenuto, “dolore” !
GRAZIE SIGNOR VIGILE!
25/04/2015……ecco, il telefono squilla, mio figlio ha perso il treno: parte l’OPERAZIONE RECUPERO…….
…..stabiliamo il luogo, corro a prepararmi, scendo in garage, prendo l’auto, supero velocemente i primi due incroci insolitamente sgombri e mi immetto sulla strada principale: ARGH!
ecco PERCHÉ ci sono solo io!
giusto, oggi è sabato!
c’è una manifestazione che si sviluppa in tutta la città, e mi trovo ai limiti dell’isola pedonale istituita per l’occasione …….
realizzo che dopo non potrò rientrare per la solita strada e non so QUALI siano gli accessi liberi……
uhm……. procedo pensando a DOPO, vedo un vigile fermo all’incrocio successivo e lo chiamo….
si avvicina e gli chiedo se posso avere un’informazione e lui scherzosamente mi dice “anche due” ed io, sorridendo, gli confermo che me ne basta una: “dopo devo rientrare a Napoli, che strada devo fare?”…..
lui mi guarda, ride e chiede “a Napoli?!?” ignaro del fatto che se penso Casa nel cervello ho fissa Napoli……
cavolo, so’ vent’anni che sto qua e manco me ne faccio una ragione……… forse per questo rifiuto categoricamente di imparare il CAP e se me lo chiedono do quello di Napoli!
e mentre penso questo rido e lo rassicuro: “no, no, vabbé, volevo dire “a casa” e continuo a ridere, soprattutto per la sua espressione e poi focalizzo che il tipo, contagiato dalla mia risata, ride anche lui e poggiando la mano sul mio braccio che si trova rigorosamente all’interno dell’auto, mi dice la strada alternativa aperta al traffico …..
traffico?!? ma se ci sono solo io!
gli altri, praticamente TUTTI, stanno a piedi, fermi davanti ai gruppi che investono le strade con le loro chitarre, i loro bassi, le loro batterie, i loro sax, le loro voci, in una sorta di cacofonia che non so come magicamente si trasforma in musica quando si passa a ridosso di un gruppo e si viene investiti solo da quelle note, mentre tutto il resto diventa una sorta di sottofondo, per poi tornare cacofonia appena ci si sposta……
vabbé, mi riprendo, ringrazio sorridendo, saluto, mi immetto in autostrada e ripenso alla familiarità con cui mi ha trattata il vigile…….
uhm……..
però! che stranezza!
i miei anni non credo di nasconderli, tra l’altro ho i capelli rigorosamente bianconaturale, certo non può avermi presa per una ragazzina……..
bah……..
mi sa che devo rivedere il mio modo di trattare gli altri…..
o forse no…..
certo che a cinquanta e passa anni suonati……
forse dovrei essere meno spontanea…..
forse dovrei essere più seria, avere un contegno…..
forse dovrei imparare a fare la signora……..
certo, una signora non si sarebbe lasciata andare così, si sarebbe mortificata o forse non avrebbe lasciato affiorare sulle labbra il desiderio del cuore……
e poi, insomma, la divisa dovrebbe ammonire…….
e invece no! io se devo ridere rido, chiunque abbia davanti, e non so perché gli abiti e i ruoli si perdono e si confondono e si lasciano andare e contagiare……..
e non so se “si può fare”, forse non dovrebbe essere così, non alla mia età, non con un vigile, ma per me va bene, anzi va alla grande, soprattutto “oggi”, che ogni tanto mi si riaffaccia la sensazione del panico ogni volta che la ritualità del mio fare quotidiano devia in una qualunque direzione, anche la più banale….
e per fortuna che c’è il “dejà vecu” che mi rende possibile smorzarlo sul nascere……
soprattutto “oggi”, che la mia vita è immersa in un tale miscuglio di desideri improbabili e catene obbliganti……
soprattutto “oggi” che il canto mi si smorza in gola, i pensieri si bloccano nella mente ed il sorriso non investe gli occhi…….
e allora si, va bene così, e grazie signor vigile, grazie infinite:
tu non lo sai, io non ti riconoscerò mai come non riconosco mai nessuno, mentre forse tu, quando mi rivedrai passare, riderai di me e della mia gaffe,e penserai che sono quella “strana, stonata signora che voleva sapere come “tornare” a Napoli qui”, ma ti sarò sempre grata, perché grazie a te, grazie a quel tocco di familiarità insolita ed inattesa fra la tua mano ed il mio braccio, tu mi hai dato la voglia di sparare forte lo stereo e di cantare a tutta voce come non facevo da un pezzo, e mi hai regalato dieci minuti di sana spensierata solitudine in cui ho finalmente liberato il cuore da macigni pesanti!!!
MOSTRI……..
01/04/2015
che si partoriscano pensieri e pensieracci è più che normale…..
non credo ci sia qualcuno che non abbia almeno un paio di problemi…..
se esiste, credo sia un extraterrestre!
e credo sia più che naturale trascorrere del tempo a rifletterci…….
però se ci si blocca su, se ci si fissa, la situazione può precipitare e raggiungere livelli forse paranoici e credo che evitare di cascarci sia a dir poco doveroso verso noi stessi……
lo so che non è sempre facile, anzi non lo è per nulla e non lo è mai, io stessa ho vissuto una fase (una?!?) in cui lasciavo che i pensieri mi prendessero per mano e cominciassero a fare con me un girotondo infinito, e come una bambina mi lasciavo trasportare e li seguivo passo passo……. ero accondiscendente con tutti, anche con i brutti pensieri…….
però con i bambini, soprattutto quelli più piccoli, si evita di girare in modo vorticoso per non fargli venire la nausea, per non farli cadere di botto, per far sì che il girotondo da gioco non si trasformi in incubo……..
alla guida del girotondo con i bambini piccoli o di età mista c’è sempre un adulto che sia pronto ad intervenire quando i più grandi, già avvezzi ai capitomboli e ai ruzzoloni, già proiettati nel “gioco” della sfida, si lasciano prendere la mano e, certo non con l’intento di far male ai più piccoli, cominciano a girare, girare, girare sempre più velocemente……
è lì che è necessario l’intervento dell’adulto che, a seconda delle situazioni, decide di ammonire semplicemente o di bloccare definitivamente il gioco…..
la scelta dipende dalle circostanze: quanti bambini intraprendenti ci sono, qual è la loro capacità di riflettere sui motivi per cui bisogna rallentare e accogliere la richiesta, qual è la differenza di età fra i vari bambini, quanto è “svezzato” il più piccolo…….
analogamente, nel girotondo dei pensieri è necessario sapere quando intervenire per evitare che prendano il sopravvento e ci portino a raggiungere stati d’ansia che possono preludere ad attacchi di panico, perdita del controllo, confusione mentale……
non sono una psicologa né una psichiatra e nemmeno un counselor, ma ho vissuto un periodo relativamente breve davvero difficile in cui ho vissuto intensi attacchi di panico che in qualche modo hanno interferito con la mia vita fino a pregiudicarla in parte, ma che, per mia fortuna, ho imparato a riconoscere sul nascere, combattere, controllare, annientare……
convivere con il panico e tutti i sintomi correlati non è solo doloroso, ma devastante, perché se gli si lascia prendere il sopravvento, cosa praticamente impossibile da evitare, non si riesce più a vivere…..
bisogna correre ai ripari, in qualunque modo, e trovare una soluzione definitiva, a meno di non decidere di smettere di condurre una vita normale, perché il panico può coglierti all’improvviso in un qualunque momento e luogo, e poiché quando sei sua schiava – nonostante non riesca a far altro che quello che ti ordina, ovvero non ragionare più lucidamente ma lasciarti trasportare alla deriva quasi fossi una scialuppa senza remi – sei comunque cosciente di non essere te stessa, non ti piace che succeda davanti a nessun altro all’infuori di te……
ma a prescindere dal panico, è necessario comunque avere il controllo dei propri pensieri soprattutto nell’affrontare situazioni difficili o dolorose o quando bisogna vagliare tutte le possibili soluzioni di un problema, o ipotizzare tutte le conseguenze delle proprie scelte…….
o semplicemente scacciare pensieri negativi destabilizzanti……
ciascuno ovviamente ha un proprio modo di frenare e canalizzare il flusso dei propri pensieri, di tenere a bada i pensieracci: c’è chi ha bisogno di svolgere attività manuali con l’obiettivo di stancarsi, come fa una mia cara amica che risolve mettendosi a pulire di tutto, dai vetri ai lampadari, all’argenteria, ai pavimenti….. bè, questo è sicuramente vantaggioso, se non altro si trova la casa pulita!
o come fa mia sorella, che si immerge anima e mani nella creta e realizza straordinari oggetti di design….. e anche questo non è affatto male, soprattutto per chi ama le sue creazioni!
o come mio nipote Luca, che materializza con varie tecniche i suoi mostri e li trasforma in vere e proprie stupende sculture…….
io ho impiegato un po’ di tempo per trovare la mia soluzione che è quella di pensare ad altro, concentrandomi sulla soluzione di altri problemi quali possono essere schemi logici, cruciverba senza schema, quadri di mahjong, e se ricordassi l’analitica non disdegnerei di immergermi in qualche problema sulla parabola…….
…..è un po’ di tempo che ho una tale necessità di controllare i miei pensieri, se non addirittura di annullarli, che spesso trascorro interi pomeriggi al pc per risolvere quadri di mahjong……
ed è così che stasera, durante una pausa dal gioco, ho deciso di scorrere velocemente le notifiche di FB ed ho trovato questa stupenda foto di una nuova creazione di mio nipote, accompagnata da questa domanda:”tu quante facce vedi?”….. embé, questo ti obbliga ad osservare con attenzione……
mi ci sono soffermata un bel po’, ho contato e ricontato nasi occhi e bocche e l’ho condivisa, poi ho ripreso a giocare…….
dopo un po’ ho scoperto che c’erano alcuni commenti ed uno in particolare mi ha colpita: ”a quest’ora? non c’è il rischio che si trasformino in incubi?” …..
ed è così che ho focalizzato un inaspettato cambiamento in me, che credo sia alla base della mia nuova me: io, che fino a qualche tempo fa ho sempre evitato di guardare non solo i film dell’orrore, ma tutto ciò che generava uno stato di tensione, oggi ho bisogno di guardare in faccia i miei mostri!
ho realizzato che finché non ho iniziato a guardare in faccia le mie paure, ho praticamente evitato di affrontarle……. finché ho girato il canale per non vedere una scena, fino a quel momento io sono stata in balìa del panico anche quando non si manifestava perché potenzialmente poteva arrivare in qualunque istante, io stessa gli spianavo la strada……
oggi no, oggi i miei “mostri” li devo guardare, osservare, soppesare perché devo conoscerli per riconoscerli, capirli per affrontarli, prenderli di petto per stroncarli………. ed ho capito che è per questo che ho “dovuto” mettere in casa, in bella vista, un “mostro” di Luca portacandele:
ogni volta che ci passo davanti gli getto almeno uno sguardo: mi affascina terribilmente…….
e, ancora, per questo mi ha presa la fissa di The walking dead: te lo sbatte in faccia che bisogna combattere anche solo per restare in vita…..
ed è sempre così, non solo in una catastrofe in cui il mondo è invaso dagli zombie……..
e allora grazie, Luca, grazie di trasformare i tuoi mostri in sculture perché il vederli anche solo in una foto su FB mi da la forza per abbattere i miei …….