Archive for the ‘Libera…Mente’ Category
solitudine non è disperazione!
24/03/2014….. il silenzio dell’anima…..
14/03/2014……. “OH!!!….. ECCOTI QUI!!!……
……….TI VEDO!!!…….
………FINALMENTE TI VEDO!!!!!!……..
…….. ehi, sappi che io SO cosa stai facendo……
………tu mi stai proteggendo……..
………….è per questo che ti frapponi fra me e i miei pensieri……..
……..si, mi stai proteggendo perché sai perfettamente che se riuscissi a farli emergere in questo momento soccomberei…….
……….mi schiaccerebbero l’anima, mi straccerebbero il cuore ed è per questo che non vuoi, non puoi permettergli di saltare da quell’infinito mare nero e tormentato in cui si stanno aggrovigliando……
……….tu lo sai che non sono pronta…..
………..è per questo che faccio fatica ad evocarli…….
…………è per questo che non li fai affiorare…..
…………..perché tu SAI cosa schizzerebbe fuori, e non puoi permetterglielo…….
………..perché tu sai che in questo momento Lei non sarebbe incorporea, non sarebbe una donna che non è, ma sarebbe ME!!!……
…………la me che sta annaspando, la me che sta gridando dal profondo del suo cuore, sta gridando con quell’urlo silenzioso che scoppia dentro l’anima e cui non può dar vita…..
…………la me che vorrebbe essere dovunque tranne dov’è ora…….
……….la me che non è me se è senza me…….
………ma tu sai anche che la devo guardare in faccia per poterla vincere, per poterla stroncare……
………per poi fonderla con me e farla vivere senza aver paura di quel dolore…..
………e vincerlo quel dannatissimo fottutissimo dolore!!!”…………
……………………
……………e poi arriva un giorno in cui ti guardi dentro e non trovi nulla…….
……………..è come se tutto si fosse improvvisamente spento…..
………………..come se non ci fosse più nulla…… nulla tranne un fastidiosissimo insopportabile assordante silenzio calato in un ambiente senza colori……
…………………sembra quasi di trovarsi in una stanza con le pareti imbottite, dove non arriva nessun suono e dove non c’è possibilità di generarne……
…………………..ti senti soffocato, ti manca il respiro, il cuore batte all’impazzata perché ti sembra che improvvisamente il mondo si è spopolato e sei rimasto solo tu, incastrato in uno spazio che non è spazio, uno spazio che non è nulla……
………….allora cerchi di aggrapparti ai colori, ti guardi intorno ma non c’è che un colore incolore, una sorta di grigio piatto che amplifica la sensazione di soffocamento…… e restringe lo spazio…..
………….e cerchi di ricordare l’ultimo colore che hai visto e l’ultimo suono o rumore che hai sentito……
……….ti sforzi, ed è difficile perché non ne hai memoria…….
…………..ti sforzi, perché lì dentro ti senti persa…..
………………ti sforzi perché ti sembra di non avere più passato, di appartenere al nulla……
……………..ti sforzi con tutta te stessa e finalmente ricordi……
…………………e preferiresti non esserci riuscita………..
…………..perché ti torna all’improvviso addosso come un boomerang che ti colpisce in pieno ventre…….
……….che ti squassa l’anima…….
……….che ti stringe le membra come una morsa……
…………..che ti penetra come gli artigli di un gatto inferocito fino ad affondare nel cuore per strappartelo e stracciarlo…….
…………e vorresti scappare e non puoi scappare …..
…………..non serve scappare, perché ce l’hai dentro e lo porteresti con te…………..
…………..la folla di pensieri ti sconvolge perché arrivano come portati da una lingua di lava incandescente………….
………….ti circonda…….
……….ti assedia………..
……………e ti torna in mente il libro di epica, e ti appare Medusa, in quella figura che ti ha sempre disgustata, e ti sembra di ospitare i suoi serpenti che si annodano tra loro in un groviglio di spire…….
………corpi avvoltolati tra loro di cui non si individuano né teste né code…….
……….ogni tanto ti sembra di vederne affiorare una, ma subito si rituffa nel mucchio per srotolarsi dentro le tue viscere………
……per forarti l’anima…….
……..e ti resta solo una scappatoia, ritrovare l’entrata della stanza ovattata e grigia, rintanarti lì e urlare con tutta l’anima dando vita a quell’urlo silente che non verrà mai a galla ma ti stordirà la mente……
……….fino a non sentire più niente……….
……..fino ad accecare l’anima……….
……….aspettare lì che le serpi si assopiscano per andarle a svegliare ad una ad una, afferrarle fra le mani e stritolarle per vincere…….
………tutte, dalla prima all’ultima….. per non farle mai più tornare……
……….ma intanto è lì che devi aspettare prima di rivedere i colori…..
……….prima di risentire i tuoi amati suoni……….
………….ed è lì che torni…….
……….che aspetti……
Déjà vécu……… nouveau vécu…….
31/01/2014……RABBIA……
……INFINITA RABBIA…….
……ETERNA RABBIA……
……luoghi già noti di tempi remoti tornano a mischiarsi con nuovi eventi ed altri volti…….
……..RABBIA…….
……..INFINITA RABBIA…….
……..ETERNA RABBIA…….
……..modalità conosciute rivisitate e rivissute si mescolano e si sommano……
……..rabbia……..
……..rabbia e dolore……..
……… ma quale dolore, quello odierno o quello vissuto?…..
……… e che importanza può avere……
………..il dolore è dolore e l’impotenza la stessa……..
………….ma quando verranno quei giorni futuri in cui tutto apparirà ai miei occhi come un semplice passato vissuto?…….
… “IL” sogno…
29/12/2013
……riflettevo sul sogno….
…….”IL” sogno…….
………”IL” sogno è irrinunciabile, non si può abbandonare, pena la morte della propria anima…….
è vero: se non hai più nulla da inseguire, diventi come una battuta musicale senza accento tonico, la vita si appiattisce, se guardi avanti non hai più nulla da vedere, se ti volti indietro più nulla da guardare, tutti i giorni sono uguali a sé stessi, si ripetono con una monotonia senza pari, non provi più emozioni, non hai più scopo, ed anche il semplice decidere cosa indossare diventa uno sforzo inutile e fine a sé stesso…..
…..è necessario mantenere vivo IL sogno e cercare tutte le strade per perseguirlo, non foss’altro per non morire dentro…..
…..però questo non vale sempre: ci sono dei sogni che è bene, è necessario, lasciare andare, perché se continui a stargli dietro ti fanno solo male…..
…..ed ho capito….. ho capito che solo i sogni personali vanno trattenuti con tutte le forze, mentre i sogni condivisi, quelli no, quelli a volte è meglio lasciarli andare, BISOGNA lasciarli andare, a meno che da tutte le parti non ci sia lo stesso impegno, la stessa forza, la stessa volontà di viverli come quando sono nati…..
scuola….. insegnanti….. alunni…. genitori…… figli…….
28/11/2013sono fuori scuola di mio figlio, nel giardino, seduta su un lastrone di pietra che funge da panca….. mi trovo qui, immersa nel verde in una splendida mattinata dal clima estivo ma non torrido e ci sono anche gli uccellini che cinguettano per comunicarsi chissà cosa…..
stamattina come al solito, prima di scendere, ho sorseggiato il mio primo caffé scorrendo la bacheca di FB e mi ha incuriosita un articolo sull’interferenza della scuola nei rapporti tra genitori e figli….
non ho potuto non condividere: spesso, purtroppo, noi genitori ci lasciamo trasportare dalle attese, sbagliate, che abbiamo sui figli circa i loro risultati scolastici, dando rilievo essenzialmente al loro rendimento e permettendo, qualora sia scarso o non corrispondente alle nostre attese, di offuscare la nostra mente al punto da non vedere i successi da loro raggiunti in altri campi, le loro reali aspirazioni, i loro malesseri, le loro reali inclinazioni, i loro cambiamenti…..
permettiamo alla scuola di tendere, minare i nostri rapporti con loro, di erigere barriere, muraglie, che non ci consentono di vivere i nostri figli per quel che sono, di vivere le loro emozioni, di assaporare la magia della loro crescita, del loro trasformarsi in uomini e donne, perché c’è questo spettro onnipresente, quasi li avessimo messi al mondo esclusivamente per farli studiare, o, peggio, per farli andare a scuola….. che non è proprio la stessa cosa……
mi trovo in questo giardino perché un’insegnante ha convocato la classe intera per un problema “urgente” sul comportamento della classe da discutere….. con certa perplessità sono andata all’incontro, ma non senza mio figlio: è lui che vive la classe, io non potrei che farmi da portavoce, ma la responsabilità del comportamento assunto in classe da mio figlio è e deve essere esclusivamente sua….. io la vedo così!
mi aspettavo ovviamente di trovare un certo numero di persone convocate, ed invece nessuno, e quando mi ha vista, l’insegnante mi ha detto che io non ero tra i genitori che lei avrebbe voluto incontrare, “ma sa, signora, mica potevo dire tu no, tu si, tu no….”!!! sta di fatto che io sono qui perché convocata per problemi “urgenti” della classe…..
e sono ancora qui perché mi hanno “consigliato” di sentire anche altri docenti, visto che “sa, signora, ho sentito delle lamentele dai colleghi…. certo, ora non su suo figlio in particolare, ma è bene che parli, del resto si trova già qui….” …..
e già! mi trovo già qui….. ma mica parlare poi è tanto facile, eh! certo, c’è sempre l’ora settimanale per i colloqui, ma bisogna prenotare, solo nell’ultima settimana del mese è possibile andare liberamente…..
ed oggi, coincidenza fortunata, siamo nell’ultima settimana…… scorro l’elenco dei docenti, ce ne sono altri tre che ricevono oggi, ma uno si dice indisponibile perché impegnato in faccende personali….. uhm….. ma non è l’ultima settimana?!?….. vabbé, non polemizziamo…..
guardo ancora l’elenco, c’è ancora un altro insegnante disponibile, ma fra due ore…. uhm…. sono a piedi e per andare a casa e poi tornare impiegherei un’oretta scarsa e non ho la macchina a disposizione nemmeno a casa…. come sempre, del resto….
uhm….. stamattina non ho nemmeno rifatto il letto, ma fa nulla, decido di aspettare, al pranzo si può sempre rimediare e il resto può aspettare….i miei figli hanno SEMPRE la priorità su tutto….
accidenti, ho sempre con me il libro che sto leggendo, ma non oggi, non entrava in borsa, però ho un giornale di enigmistica, vedo la panca e decido di restare in giardino ad aspettare che si faccia l’ora di ricevimento….. ma non mi riesce di far più che uno schema, mi annoio, e poi la mia attenzione è rivolta alle voci che arrivano dall’istituto….
e comincio a riflettere: mi trovo nel giardino di un liceo, quindi una scuola “SCELTA” dai ragazzi, che in teoria dovrebbero essere più che scolarizzati, e invece resto perplessa, non tanto per il vociare continuo che proviene praticamente da tutte le aule che affacciano su questo lato, quanto piuttosto dagli urli di un’insegnante:
“e no! la dovete smettere!!! io sto spiegando e voi mi dovete ascoltare, dovete stare attenti!”
ma il vociare continua imperterrito…..
e allora sorrido, con amarezza, e ripenso a quell’articolo…..
ma siamo proprio sicuri che siano i ragazzi a non essere interessati alla scuola? non mi sembra che il metodo dell’insegnante per richiamare l’attenzione dei suoi alunni sia accattivante, e, a dire il vero, nemmeno efficace, considerata l’indifferenza del ragazzi, e qualcosa mi dice che nemmeno le sue spiegazioni debbano essere poi così interessanti da ascoltare, altrimenti i ragazzi non si lascerebbero distrarre ma affascinare……
forse (?) è troppo facile decretare che i ragazzi non seguono ed è altrettanto facile convocare un genitore perché dica a suo figlio di non distrarsi…….
certo, ora non sto qui a dire che tutti i ragazzi siano innocenti, né a colpevolizzare tutti i docenti, ma a chiedere che ogni tanto ci si faccia qualche domanda, con un pizzico di autocritica si, questo lo chiedo, con coscienza e con forza!!!
ahi ahi ahi, ragazzo mio, e pensare che non eri ancora in età scolare e già avevi imparato a scrivere e a leggere da solo, tanto era forte in te la voglia di imparare, e che in seconda elementare ti bevesti letteralmente tutta l’enciclopedia di geografia della Disney…..
e pensare che, con l’esperienza pregressa di tua sorella, man mano che si avvicinava il momento la tua gioia ed il tuo entusiasmo di iniziare la scuola cozzavano con la mia rabbia silente al solo pensiero che ti avrebbero “contaminato”…..
e così è stato……
……. uhm….. piccola dimenticanza: sono stata seduta nel giardino della scuola con la mia enigmistica in mano per un paio d’ore e in queste due ore sono entrate ed uscite diverse auto e diverse persone a piedi, ma nessuno, dico NESSUNO, mi ha chiesto chi fossi e cosa ci facessi lì…..
quasi quasi da domani mattina vado a rilassarmi lì finché il tempo regge…..
Sul Prof…..
26/11/2013Ho conosciuto il dolore_R. Vecchioni_ caricato da Maurizio D’Antonio
sono stata alla presentazione dell’ultimo CD di Roberto Vecchioni, “Io non appartengo più”, alla Feltrinelli di Piazza dei Martiri a Napoli….
inutile dire del piacere di ascoltare le parole del Prof, l’emozione di vederlo concentrato mentre ascoltava il suo splendido brano (ho conosciuto il dolore), momento che mi affascina sempre, è come se ogni volta stesse lì a controllare che tutto fila, che è tutto a posto, almeno a me è questa la sensazione che arriva….
tanta gente, tantissimi ragazzi (uno degli interventi di un ragazzo è stato così acuto e profondo che l’amica che mi ha accompagnata e che sedeva vicino a lui è stata talmente sorpresa da dirgli sottovoce “ti posso adottare?” ahahahaha), scatti, volti ormai familiari, il piacere di conoscere e salutare “dal vivo” Olga Romani , una passeggiata a Napoli in compagnia di una carissima amica e la “soddisfazione”
di sentirle dire: “mi è piaciuto, è stato interessante…” (cosa che io sapevo sarebbe successa, ma lei non immaginava), il piacevolissimo incontro con un amico napoletano che non vedevo da un bel pezzo
…..
una considerazione: c’è stato un uomo che ha fatto un intervento insolito: ha esordito dicendo “io non farò nessuna domanda”, il che ha destato una certa ilarità, ma poi ha spiegato il perché:
cosa chiedi ad una persona che ascolti di continuo e che, senza che glielo si chieda, ti dice tutto quello che vuoi sapere attraverso i suoi versi?
ed io condivido la sua posizione: cosa chiedi?
perché ha scritto così e non colì?
quale episodio ha risvegliato in lui quel preciso brano?
a chi pensava mentre…?……
uhm…..
e che importanza può avere?
questo è quello che ho sempre pensato anch’io:
vado lì, lo conosco, gli stringo la mano, mi faccio autografare il cd (o il libro) e…..
e che cosa?
cosa posso dirgli o chiedergli di così profondo in quella manciata di secondi da poter oltrepassare tutto ciò che evoca in me leggere i suoi testi o ascoltare la sua potenza espressiva, quella che evoca le emozioni più disparate facendole schizzare dal cuore e saltellare per tutta la pelle?
nulla!!!
non c’è nulla che io possa chiedere o dire, c’è solo il fascino di ascoltarlo mentre parla e si dona permettendo di riprendere il filo di quel contatto immaginario che si stabilisce ogni volta che lo si ascolta e solo apparentemente si interrompe alla conclusione di ogni incontro, che sia dal vivo, che sia via internet, che sia attraverso un cd, perché ti lascia dentro mal che vada la voglia di andare a cercare informazioni su quel preciso personaggio, su quel preciso quadro e ti fa allargare gli orizzonti, o, come è successo a me, ti dà la forza di scavare in te alla ricerca di quelle risorse che spesso abbiamo seppellito e che ci servono per affrontare la vita in tutte le sue manifestazioni…..
e allora taccio….
davanti a lui io taccio e apprendo…..
e grazie, Prof!
Come fai _ R. Vecchioni
18/11/2013Come fai _ R. Vecchioni _ caricato da ucmilla
sto “studiando” l’ultimo CD di Vecchioni e mi perdo letteralmente in questo brano …..
è decisamente una dichiarazione d’amore….
dolce, appassionata, spassionata….
mi piace pensare (ma non lo so per certo) che l’abbia scritta pensando alla moglie……. probabile……
se è così, deve amarla davvero tanto…..
una dichiarazione pura, semplice, di un amore infinito, tenero, irrinunciabile…..
e penso all’<età> di questa coppia…..
anche i Miei sono stati una coppia VERA…..
condividevano davvero tutto……
ecchebello!!!
ed io che pensavo che non esistessero che mamma e papà innamorati così, fino all’ultimo istante, fino alla “viola d’inverno”, oltre la “viola d’inverno”, tanto è difficile incontrarne di coppie così…..
ascolto ripetutamente questo brano ed ogni volta mi emoziono di nuovo nell’immaginare questa coppia…..
improvvisamente, però, mi intristisco…..
come fai……
mi intristisco perché penso che c’è anche un altro “come fai”…….
eh già…..
come fai……..
come fai,
dopo che hai tanto amato…..
come fai,
dopo che sei stato tanto amato…..
appassionatamente,
incondizionatamente,
teneramente….
come fai,
quando la sua mano non prende più la tua ogni volta che camminate…….
come fai,
quando i suoi occhi non si perdono più nei tuoi……
come fai,
quando il suo sguardo non cerca più il tuo nei momenti più difficili…….
o in quelli più belli…..
come fai,
quando non stringi più la sua testa sul tuo seno…..
come fai,
quando non basta più uno sguardo per rincuorarsi a vicenda…..
come fai,
quando ti circonda il vuoto lasciato dal suo non esserci anche se sta seduto proprio affianco a te….
come fai,
quando non puoi più rifugiarti nel tepore delle sue braccia……
come fai,
quando ti senti soffocare e lui non è più lì, quasi l’unico spiraglio per prendere ossigeno……
come fai a respirare,
come fai a vivere…….
come fai…….
già…..
impari….
e semplicemente
non “fai”…….
lettera ad un amico: sul sorriso……
11/11/2013“perché chi fa yoga è sempre tanto serio? Se fai la faccia seria spaventi l’energia buona. per meditare devi solo sorridere. sorridi con la faccia, sorridi con la mente, e l’energia buona verrà da te e laverà via l’energia sporca. sorridi anche con fegato… non troppa fretta, non troppo sforzo. se tu troppo seria diventi malata. puoi chiamare energia buona con sorriso”
(mangia, prega, ama_ E. Gilbert)
sto leggendo questo libro, e questo brano mi ha fatto riflettere…..
riflettere sulla capacità di sorridere….
non appartiene a tutti…..
molti, troppi sono seri, troppo seri…..
certo, oggi diventa sempre più complicato sorridere, sempre più difficile staccare la mente e continuare a farlo, soprattutto quando si sta tra le quattro mura di casa, soli coi propri pensieri, nei momenti in cui nessun estraneo ci obbliga ad essere, a fare, a dire, ad apparire……
perché lo mando a te? perché tu sei un Uomo sorridente, gioviale, che ama la vita!….
e spero che lo rimanga sempre, che non ti faccia mai prendere da questo vortice di negatività a prescindere dalla stanchezza, a prescindere dalla vita stessa…..
io se penso a te penso ai tuoi sorrisi, ai tuoi occhi sorridenti e mi fa bene pensare a persone che sorridono ….
mi fa sorridere!
io spero di cuore che tua moglie goda sempre dei tuoi sorrisi, che non glieli faccia mai mancare, primo perché lei se li merita e poi perché non c’è cosa più dolorosa, per una donna, che non vedere mai il sorriso del proprio uomo e semmai sapere che per gli altri ce n’è a profusione…….
Voltare pagina
28/10/2013
Ci sono volte in cui ti arrabbi… ma ti arrabbi di brutto, e con una persona cui vuoi bene, molto bene, una di quelle persone con cui, secondo te, vale la pena di investire in sentimenti, in parole, in “saliva”……
già, vale la pena, perché per investire te stesso in un rapporto DEVE valer la pena, altrimenti non ha senso…..
e questo qualcuno può essere il tuo compagno, l’amica dei tuoi sogni, tua sorella….. tuo figlio….. una di quelle persona, insomma, con cui vorresti poter trascorrere tutto il resto della tua vita in perfetta armonia…… e invece ti arrabbi!
ti arrabbi perché quella è una di quelle persone che, diversamente da te, ritengono che parlare sia inutile e fine a sé stesso, ed hanno l’abitudine, la pessima abitudine, di non cercare o dare spiegazioni, ma lasciar fare al tempo nella speranza che ciò che causa il dissidio si dissipi da solo…… o che tutt’al più vada a finire nella scatola delle cianfrusaglie sperando che non ce lo si ritrovi più fra le mani….. o tra i piedi…… e che invece immancabilmente rispunta non si sa come….. non si sa perché……. non si sa da dove……. ma rispunta con prepotenza, con violenza, portandosi dietro tutto ciò che era rimasto in sospeso…..
ti arrabbi con te stessa perché tu, in fondo, lo sapevi, ma non lo volevi ammettere……
ti faceva rabbia ammetterlo…..
ti arrabbi perché a te quella situazione per cui combatti, l’importanza dei chiarimenti verbali, sembra così ovvia, così chiara, da non comprendere perché invece per qualcun altro sia così inaccettabile…. così inutile…..
e allora insisti, perché vorresti non dico trovare un punto di incontro, ma almeno farti capire, spiegare il tuo punto di vista, spiegare perché parlare, a cosa serve parlare, ma ti scontri contro un muro e allora ti agiti, ti incazzi, ti sconvolgi, ti sbatti, lotti, insisti, nell’ennesimo vano tentativo di farti capire, ma all’ennesima sconfitta scatta irrefrenabile la parte più acida di te e ci dai dentro con ogni mezzo a tua disposizione, parole aspre, parole amare, sarcasmo, frecciatine secche, frasi smozzicate, riferimenti “casuali” più che voluti…..
eh già! questi ormai sono i tuoi modi…..
orribili, insopportabili modi: tu sai già che se semplicemente ti limitassi _come vorresti_ a chiedere di parlare per tentare di risolvere non otterresti altro risultato che l’ennesima solita domanda: “di cosa?” , o l’ennesima solita affermazione: “non c’è nulla di cui parlare”, mentre tu sei lì, ed hai appena sviscerato tutto il tuo sentire, tutto il tuo dolore, tutta la tua tristezza….
e questo affidare le tue emozioni a qualcuno che ti vuole estranea alle sue è di un dolore lancinante, soffocante, indescrivibile…..
e se tutto ciò avviene poi con qualcuno che ti ha sempre chiesto chiarezza, onestà, e tu l’hai sempre dato, centuplica il tuo dolore che si mescola inevitabilmente a delusione, per il suo esser venuto meno, e rabbia, per la tua ingenuità….
e allora continui così, ripetutamente odiando tu stessa la tua stessa voce e i tuoi modi, ma insisti ancora perché non puoi accettare di aver preso un tale abbaglio…. non puoi accettare di non aver ammesso che il confronto verbale non ha lo stesso peso né la stessa funzione per gli altri come per te…..
e ti fa rabbia, una rabbia infinita, non aver alzato scudi di difesa, ed anzi aver abbattuto non solo i muri di cinta, ma anche i fiori di contorno delle aiuole del tuo giardino interiore….
ti fa rabbia perché la scelta di dare la chiave del tuo cuore a chi mette la password per accedere al suo, la cambia e a te non la dà più, a dispetto di quanto aveva fatto e promesso di fare sempre, brucia, brucia da morire….. e fa un male cane….. fa un male cane non esser più ”…l’unica che può entrare e inventare l’unica possibile parola perché torni da lontano…”…….
Momentaneamente lontano _ R. Vecchioni _ caricato da Pierpaolo Bongiorno
e così continui sempre con le stesse modalità, quasi stessi recitando la parte di un copione, partendo sempre dallo stesso punto e interrompendo sempre allo stesso modo, e vai avanti perché questa ormai è diventata la routine, vai avanti così, finché improvvisamente arriva il giorno in cui ti fermi, ti guardi e capisci……. anzi ammetti….
ammetti che hai sempre lottato contro i mulini a vento, parlato con un muro di gomma da cui le tue parole ti sono rimbalzate addosso lacerandoti il cuore…..
e accetti finalmente che non potrà mai cambiare, che è così e basta, anche se non ti piace, anche se detesti doverlo ammettere: è così e basta!
e sarà sempre così, non c’è rimedio, perché non si può trasformare il sale in sabbia, non si può cavare l’olio da una pietra….
è così perché tu vuoi qualcosa che un altro non può darti semplicemente perché non è quel che vuol fare…. o che può fare….. semplicemente perché è diverso da te ed ha obiettivi ed esigenze diverse….. o forse più semplicemente perché tu non vali più la pena ?!? ….. boh, chissà, e che importa saperlo, di fatto è così….
e allora restando ferma di fronte a te stessa rivedi tutto il tempo passato a discutere da sola, tutto il tempo impegnato nel perseguimento di qualcosa che non potevi avere, e ti chiedi il senso della tua lotta….
ed è allora che comprendi che è giunto il tempo di finirla, perché non ha mai avuto senso e ne avrebbe ancor meno ora che sai, sarebbe solo altro dolore per tutti…..
e di questo dolore ne hai sentito già tanto, già troppo, perché aggiungerne altro?…..
e non ti resta altro da fare che prendere una semplice decisione: STOP!
….stop perché è il tempo di voltar pagina……
e nel momento stesso in cui lo accetti e lo decidi non lotti più, o, meglio, inizi un tipo diverso di lotta: quella contro te stessa, perché devi insegnarti a smetterla di chiedere, a smetterla di sperare, a smetterla di dare…… e sai che sarà dura da spuntare….. perché tu hai un fottuto bisogno di dare…… e di avere…..
ma ti fermi ancora una volta a guardarti e focalizzi che nella battaglia contro te stessa hai però una chance in più, perché tu sei disposta a parlarti ed ascoltarti, e, soprattutto, a trovare un accordo, una soluzione…….
sei sempre stata pronta a parlare con chiunque e non hai mai pensato che l’unica persona con la quale davvero avresti dovuto farlo eri tu stessa…..
e non l’hai mai fatto……
non per quel motivo….
e decidi di farlo…..
perché è il momento di farlo!
con chiarezza, con semplicità, senza troppi preamboli, con serenità e calma, senza sotterfugi, senza parole smozzicate….
amichevolmente, ma con fermezza…..
ora che hai capito come devi condurla questa “battaglia” semplicemente ti guardi e ti dici: “ehi, tu, ma lo vuoi capire o no che ti stai rendendo la vita molto più complicata di quanto non sia già? quanto tempo ancora vuoi spendere nel vano tentativo di farti capire? e basta! piantala! metti un punto e volta pagina!”
e parti!
inizialmente dubbiosa, tentata dal tentare ancora, dal riprovarci, e lo rifai pure, ma stavolta senza false speranze, cosciente piuttosto che stai per trovarti di fronte al solito muro, cosciente dell’ennesimo rifiuto, nell’attesa dell’ennesimo buco nell’acqua…..
in effetti può sembrare che parti sconfitta, ma di fatto sei serena, è come se volessi avere l’ultima prova, o volessi dare l’ultima opportunità, ma l’ultima davvero, non quella che poi si sposta sistematicamente alla prossima volta che non sarà mai l’ultima…..
lo fai sapendo già che non servirà, che sarà un ennesimo fallimento…..
ma un fallimento costruttivo, stavolta, perché finalmente la smetti di discutere, litigare, combattere, chiedere di essere capita……
e continui così finché un giorno ti svegli e ti rendi conto che è finita, l’hai spuntata: sei serena, finalmente hai raggiunto la pace….. non soffri più…..
….anche se sai che se hai vinto, se non hai più terreno di battaglia, è perché non ti importa più, semplicemente questo, non ti importa più……
e ti senti libera, leggera, vittoriosa, si, ma svuotata e terribilmente triste…..
triste soprattutto per non averlo ammesso prima…..
Armature e corazze…. antiche e moderne…..
06/10/2013uhm……un tempo, per difendersi in battaglia, i cavalieri solevano indossare armature in metallo che li coprivano da capo a piedi, e talmente rigide che, se disarcionati, diventavano facili bersagli per gli avversari, a causa dell’impaccio dell’armatura stessa che impediva loro di rimettersi facilmente in piedi
non oso immaginare un esercito di cavalieri che mi si para davanti, mi vengono i brividi…..
oggi le battaglie si combattono a distanza, battaglie corpo a corpo che giustifichino tali difese non se ne fanno più, ma….. siamo sicuri che l’uomo abbia smesso di utilizzare le armature?
io sono convinta di no: l’uomo continua a proteggere sé stesso dalle lotte quotidiane contro nemici più o meno noti, più o meno palesi, facendosi scudo con strategie altrettanto avvolgenti quanto rischiose e talvolta invalidanti…..
già, l’armatura oggi non la possiamo vedere, non è più così fregiata, elegante, “rumorosa”, ma la indossiamo praticamente tutti…..
ce ne sono di tanti tipi, ma sostanzialmente credo se ne possano distinguere due “categorie”: quella “dura” e quella “morbida”.
quella dura è assolutamente invisibile, perché ricopre l’anima, non le permette di rivelarsi, non le permette di “sentire” il mondo, la vita, nulla…..
è molto rischiosa, perché spesso chi la indossa col passare del tempo inaridisce al punto che inizia addirittura a manifestarne le conseguenze attraverso la postura rigida, gli occhi freddi, il distacco dagli altri, il disinteresse per il resto del mondo…… ghiaccia l’anima ed è agghiacciante incontrarla……. difficilissimo disfarsene……
quella morbida, invece, è tutta lì, palese, ti si butta in faccia, la vedi subito, non puoi non vederla…… sembra meno difficile da abbattere, ma non è così, è altrettanto devastante, perché, nonostante non intacchi l’apertura verso il mondo, la disponibilità verso gli altri, fa sì che siano gli altri a dover scavalcare un ostacolo per poterti accogliere, amare, raggiungere……
in effetti solo chi la indossa può decidere se far passare i “colpi” che arrivano o farli rimbalzare come una palla pazza…..
di fatto entrambe pongono dei confini tra sé stessi e il resto del mondo……
ma perché si decide di indossare un’armatura? cosa fa scattare quell’allarme che dice che è il momento di “coprirsi”? e cosa fa decidere quale delle due indossare?
a questi dubbi non riesco a dar risposta, o meglio non credo ci sia un’unica risposta, cedo che ciascuno conosca la propria…….
ad un certo punto si decide e basta, è come se si sentisse che l’unico rifugio valido è dentro di sé…..
qualche giorno fa incrociai un’amica che non vedevo da diverso tempo e lei di getto mi disse: “ma che hai fatto? perché sei ingrassata così?”
se questo episodio fosse accaduto qualche anno fa sono certa che avrei voluto sprofondare nel pozzo più profondo nelle immediate vicinanze!
e invece no: ho sorriso ed ho confermato che aveva ragione da vendere, sono decisamente ingrassata tanto ed è tempo di rimediare perché la schiena, le gambe, tutto il fisico si ribella ed urla di essere liberato…..
e dentro ero serena….. non ho provato quella “vergogna” tipica di quando si mette qualche chilo di troppo, nonostante i chili di troppo siano decisamente TROPPI!!!……
no, non è successo semplicemente perché io SO che è successo, cosa è successo, come è successo, perché ho lasciato che succedesse……..
……ed oggi tutto il mio fisico si ribella e chiede di essere liberato…..
già, liberato….
indossare coscientemente una di queste morbide corazze non è per nulla facile, è una decisione “seria” e quando la prendi sai già che prima o poi ti ci sentirai scomodo, per quanto protetto, e sai anche che sarà dura venirne fuori, sgusciare da lì dentro e che bisognerà esser pronti, come un tennista con la racchetta in mano, a rimandare indietro i colpi sgraditi, o a farli passare consapevoli degli effetti che ne deriveranno….
……liberato……
mi trovo sempre più spesso ad osservarmi negli specchi, ma non me nella totalità della mia figura…..
quando indossi consapevolmente la corazza morbida rifuggi ogni superficie in grado di rimandare la tua immagine, perché dentro ti senti comunque quella di sempre, non ti vuoi vedere diversa, pur sapendo di esserlo…..
mi soffermo piuttosto a guardare i miei muscoli, uno per uno, nei minimi dettagli, mi ritrovo ad immaginare di poter togliere all’istante tutto l’eccesso di grasso e poterli riscolpire per rivederli quali in realtà dovrebbero essere….. quali in realtà sono lì sotto, sotto quello strato morbido, invadente e superfluo che comincia a darmi sui nervi……
liberato……
liberato da una morbida consistente corazza sotto la quale mi sono rifugiata per “difendermi” da quel “qualcosa” che mi addolorava profondamente ma contro il quale mi sentivo impotente…….
il mio corpo oggi esige la libertà…..
i miei occhi chiedono di poterlo reincontrare per quello che dovrebbe essere piuttosto che per quello che è diventato……
dalla pancia, dallo stomaco, dalle viscere, parte uno slancio verso l’esterno che improvvisamente si smorza…… si arrende…… torna indietro…….
….è un grido smorzato….. soffocato…..
e allora io mi chiedo: “ma sono pronta?”
“sono pronta davvero ad uscire allo scoperto?”
e se non lo fossi?
quale parte di me ha diritto alla priorità?
quella dentro o quella fuori?………