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la s-pugna…….
24/03/2015…….spugna…….
……..s-pugna……..
…….per associazione “sonora” questa parola mi riporta al latino “pugna” che, se ricordo bene, significa combattimento e quindi pure se ricordo male per me significa questo!…..
……..e se considero la “s” iniziale mi viene in mente qualcosa che contrasta…..
…….quindi “s-pugna” PER ME potrebbe significare, anzi significa, in questo momento, qualcosa che contrasta un combattimento…..
……ed è pure ovvio, perché elimina, deterge, strofina, cancella………
…….e allora io voglio una s-pugna…….
……una s-pugna grande, ma così grande da saper togliere amarezza, dolore, delusione………
…….delusione……
…….qualche tempo fa, non ricordo dove l’ho scritto, se su uno stato di WA o in un pensiero qui sul blog, pensando a tutto l’amaro che comporta la delusione la paragonai ad un’insalata mista con eccesso di radicchio…..
…….ho sbagliato!
……si, il radicchio è amaro, ma quando ti capita in bocca con l’insalata belga, quella bianca dolce e sugosa, con le foglie lunghe e carnose, in fondo l’amaro è mitigato e, se piace, anche gradevole……..
la delusione no!
……io ci sono stata a riflettere parecchio tempo su questa cosa e, francamente, per quanto mi sia sforzata di trovarla, nella delusione non c’è alcuna punta di dolce!
la delusione è amara, di quell’amaro che solo le pietanze bruciate fino all’ultima fibra riescono ad avere…….
…….e quindi la delusione non è un’insalata mista perché non c’è varietà di sapori e colori……..
…….la delusione è amara e nera come le lenticchie bruciate che restano sul fondo della pentola e ci si attaccano in modo così forte che devi solo prendere una retina Bravo e usare l’olio di gomito, ma talmente tanto olio di gomito che dopo devi andare dall’ortopedico a farti fare l’intervento al tunnel carpale!…….
…….e in questo momento la mia vita trabocca di lenticchie carbonizzate, ne è talmente piena che manco con la retina Bravo riesco a toglierle, manco dopo averle fatte bollire con quella mistura maleodorante di detersivo per i piatti e sale messi insieme…….
…….ed è per questo che voglio una S-PUGNA……..
…….per abradere il fondo della mia pentola interiore, liberarlo dalle lenticchie carbonizzate, raccoglierle tutte fino all’ultima briciola e poi con la S-PUGNA buttarle soddisfatta nemmeno nel sacchetto dell’umido, ma direttamente ne WC, così da non rischiare di continuare a sentirne il fastidioso odore o vederne la bruttezza ogni volta che getto qualcosa……..
“….non ti riconosco più!…”
24/02/2015…….”non ti riconosco più”…….
…… “non ti riconosco più” certe volte lo diciamo o lo sentiamo dire a noi e non ci rendiamo conto della gravità di quest’affermazione…….
eh già, gravità! ……
“gravità” può sembrare un termine eccessivo, ma in fondo è l’unico che realmente riesce ad esprimere ciò che si sente dentro quando si dice questa frase……
“gravità” nel senso di “pesantezza” e di estrema importanza…….
“gravità” perché “non ti riconosco più” significa che non riesci a rintracciare più nulla della persona che conoscevi in quella che ti sta di fronte, anche se la vedi tutti i giorni, anche se condividi con lei tutto ciò che vivi, la tua quotidianità……
“gravità” perché tutto ciò che ti sembrava quella persona nel preciso istante in cui pronunci quella frase non lo è più, anzi è come se ti trovassi di fronte due persone:
suoi gli occhi, suoi i capelli, suoi i vestiti che stanno nell’armadio, sue le scarpe, i libri, suoi il pigiama ed il posto nel letto, suo il sorriso, i gesti quotidiani, il rumore di quando sposta gli oggetti, la voce, suo perfino l’odore che percepisci quando ti passa accanto, si tutto suo, ma lui/lei, LUI/LEI dov’è?
……e tutte le cose fatte insieme, i progetti, le risate, le discussioni, il suo dentro, quello che conoscevi, insomma LUI/LEI, LUI/LEI dov’è?
…..e se LUI/LEI non c’è, tutta la vostra storia che fine ha fatto, dov’è?
…..e ti chiedi quanto sia reale tutto ciò che hai sempre pensato che fosse, ti chiedi se non fosse solo tutta una tua congettura, tutta una tua illusione……
…..ed è difficile da accettare……
…..e non lo puoi accettare…..
…..non lo vuoi accettare……
……e cominci a spiarne i gesti, i sorrisi, le abitudini…….
…….e poi le confronti con quelle a te note…….
……finché ti rendi conto che anche quel che ti sembrava ti fosse familiare assume un aspetto sconosciuto……
.
…….tutto, dal modo in cui cammina a quello in cui si gratta il mento…….
………a quello in cui sorride……
……..perché anche se riconosci le sue rughette intorno agli occhi e i sorrisi suoi son sempre i suoi, non sono più i tuoi……..
Illusione…….
29/01/2015La delusione………
21/01/2015Frastuono
04/01/2015ci sono volte in cui si provano emozioni così forti da trovarsi improvvisamente immersi in una dimensione talmente strana da non sembrare vera…….
è un’esperienza di una violenza estrema, di quelle che ti segnano per tutto il resto della vita, di quelle che cambiano il tuo modo di vivere la vita……
io l’ho vissuta due volte…..
entrambe le volte la causa scatenante sono state delle parole…..
semplici parole che improvvisamente ti rovesciano il corso della vita…..
parole pronunciate semmai in modo pacato, o semplicemente scritte, ma che arrivano come dardi infuocati lanciati nell’aria proprio per colpire la tua parte più profonda……
parole che nell’istante stesso in cui vengono percepite attraversano tutto il corpo, si appoggiano sul centro del cuore e scoppiano….. invadono contemporaneamente tutto l’addome e poi si espandono in tutte le direzioni…..
al centro dell’addome resta un buco, le gambe e le braccia non le senti più, ti senti cadere e non hai la forza di afferrare nulla, ti guardi intorno e tutto ruota con una lentezza esasperante e ti ritrovi in un mondo ovattato……
e non puoi nemmeno piangere…….
non sai nemmeno piangere…..
i rumori, le voci, sono distanti, solo un ronzìo fastidioso, vorresti sentire meglio, ti sforzi, ma non ci riesci…….
il mondo si muove lentamente, ti trovi in strada a camminare come un’automa, non sai dove stai andando, cosa stai facendo, perché ti trovi lì……non vedi le persone che ti passano accanto, senti le loro voci come fossero un LP a 16 giri……..
e maledette le lacrime che stanno sempre fisse lì, sul bordo degli occhi, e cadono proprio quando non devono…..
forse perché tutte non riesci proprio a contenerle…..
devono andarsene per far spazio a quelle che stanno già pronte a salire…….
ed ecco che sgorgano da sole…..
per inerzia…….
e quel terribile tonfo al cuore, seguito da quel lancinante dolore all’addome e poi più niente, il vuoto, e nella mente un vortice di pensieri che si accavallano, si inseguono, si intrecciano e che non riesci a fermare perché l’unica cosa che senti sono quelle parole, che ti si ficcano come un tarlo nella mente e scavano profonde gallerie per non lasciarti più……
e ti manca l’aria, cerchi di respirare a pieni polmoni ma è come se non ci fosse ossigeno……
e la vita ti comincia a scorrere davanti come fosse un film muto in bianco e nero, come quelli di Stanlio e Ollio o Ridolini, che si muovevano a scatti rapidissimi con una musica di sottofondo buona solo ad esasperare la velocità dei rimbalzi del tonfo dal cuore all’addome e dall’addome al cuore …….
e la cupezza del loro rimbombo…….
poi, piano piano, in questo silenzioso ovattato frastuono di immagini mute e pensieri confusi, inizi ad afferrare qualche frase diversa……
frasi che ti arrivano dal passato……
e capisci che le parole che ti hanno scagliato contro sei riuscita a fermarle e le stai istintivamente usando come esca e che il groviglio di pensieri, il silenzio assordante, le immagini al rallentatore, non sono che la lotta che fanno le frasi del passato per tornare in superficie, per farsi risentire, per farsi rivivere…….
perché tu possa riflettere……
perché solo in quelle frasi troverai le risposte a tutti i tuoi perché…….
a tutti i tuoi dolori……..
perché quelle frasi saranno l’unica spinta per farti fermare, osservare….. comprendere…….. accettare……
e decidere se girare pagina o cercare di correggerla………
almeno ci provi…….
sperando che la si possa davvero correggere…..
forza d’animo
28/12/2014matrimonio……..
22/12/2014Infrazioni…… – O amore, amore, amore_ R. Vecchioni
13/12/2014qualche giorno fa mi sono sentita al telefono con una vecchia amica….
una di quelle amiche con cui il filo che lega non si spezza mai, a prescindere dal tempo che è trascorso dall’ultima telefonata, dall’ultimo incontro…..
una di quelle amiche che sanno tutto di te anche se non glielo hai mai detto perché sa leggerti l’anima…….
una di quelle amiche con cui hai condiviso pur stando a centinaia di chilometri……..
stavolta non ci sentivamo davvero da tanto tempo, troppo tempo, e ci raccontavamo reciprocamente delle nostre vite, dei nostri figli, dei nostri sogni infranti, dei traguardi raggiunti……
all’improvviso mi ha detto: “ora ti racconto una cosa, poi ti farò una domanda: ti prego, ho bisogno di una risposta sincera, perché ho bisogno di capire…. ho bisogno di capirmi, e per farlo ho bisogno di quella risposta”, ed ha iniziato a parlare…..
mi ha detto che, forse a seguito dell’esperienza della separazione dei suoi genitori, avvenuta quando lei era alle superiori, e quindi vissuta in modo pienamente cosciente, era decisa a non avere legami con nessun uomo, ma che dopo aver incontrato il suo attuale marito è stata letteralmente travolta da questo amore al punto da sposarlo……
prima di compiere il grande passo aveva sottolineato più e più volte l’importanza che rivestivano per lei la lealtà e la sincerità, al punto da chiedere a lui di stringere un “patto di condivisione” per tutto ciò che la vita aveva in serbo per loro, ed ha creduto con tutta sé stessa che anche lui condividesse i suoi stessi pensieri…..
e tutto le è sembrato andasse bene finché un giorno, per caso, si è resa conto che il non aver mai fatto nulla di nascosto, l’evitare di fare/decidere cose che dessero fastidio all’altro non era condiviso…..
o meglio, in effetti da subito l’aveva intuito e più di una volta aveva cercato di affrontare il problema, ma la risposta ricevuta era sempre stata che fosse lei nel torto, che fosse paranoica, fino da essere accusata dal marito di tenere sotto stretto controllo la sua vita semplicemente per aver fatto una domanda in più o dissentito una volta di troppo rispetto ad una sua proposta ……
e come ogni donna che si rispetta, ha sempre tentato in tutti i modi di salvare il loro rapporto al punto da arrivare a ricredersi e ad impegnarsi ad essere “meno soffocante”, anzi a convincersi di essere nel torto …..
un giorno però si è scontrata con l’evidenza ed ha deciso di smettere di credere agli asini che volano e di iniziare a vivere con gli occhi aperti, ed ha verificato in modo tangibile tante verità che erano sempre state negate, infrangendo uno dei suoi principi fondamentali: non andare mai a rovistare nelle tasche e nelle carte dell’ altro….. ma se l’altro ti nasconde ciò che fa, se l’altro mente, a meno di non rivolgerti ad un detective, lo diventi tu e procedi a prescindere dai tuoi principi, pur sentendoti un verme…….
nonostante questi riscontri ha continuato a condividere anche decisioni e scelte che avrebbe potuto/dovuto prendere da sola, alcune delle quali riguardavano sostanzialmente lei…….
un giorno però ha capito che il dolore che provava per tale situazione era decisamente eccessivo e di conseguenza che era giunto il momento di decidere da sé, senza infrangere nulla ovviamente, senza crear danno a nessuno, sostanzialmente relativamente a tutto ciò che riguardava o coinvolgeva esclusivamente sé stessa, imparando una nuova modalità di relazionarsi al suo uomo, trovando sì un valido éscamotage, ma trovandosi calata in una dimensione emozionale fino a quel momento sconosciuta e che mai avrebbe voluto conoscere: l’amarezza di non voler più condividere non tanto l’aspetto pratico della vita quanto le proprie emozioni……
O amore amore amore_R. Vecchioni – caricato da hosognatodivivere
mi raccontava di aver vissuto questa nuova condizione emozionale quasi fosse in uno stato di trance, finché il nuovo modo di relazionarsi non è diventato abitudine, finché non l’ha metabolizzato e che, riflettendo sulla sua nuova condizione, ha notato una netta differenza del suo stato d’animo tra la prima e l’ultima volta che aveva preso una decisione da sola…..
la prima volta in qualche modo si era sentita a disagio nei confronti del suo uomo, le sembrava di averlo “tradito”…..
le sembrava di essere venuta meno al “patto di condivisione” che credeva esistesse tra loro…….
l’ultima volta no, l’ultima volta ha deciso e fatto e mi ha detto che quando si è fermata a riflettere su cosa provasse non ha sentito nulla, come se non le fregasse niente di quel che avrebbe detto…..
sempre che glielo avrebbe detto……
e che si è guardata perplessa……
e mi ha chiesto perché…..
all’improvviso ha smesso di raccontarmi e mi ha chiesto: “secondo te perché mi sento così? sono cresciuta o cosa? non mi piace questo modo di vivere il matrimonio….. io non ho mai voluto un marito, ma sostanzialmente un compagno, credevo fosse del tutto superfluo sancire con un vincolo legale o religioso la sacralità della nostra unione…… oggi mi rendo conto che non c’era nulla di sacro….. oggi mi ritrovo con un marito e senza compagno nonostante non abbia un certificato di matrimonio…”
…….. bene…..
io non ho saputo rispondere…….
non so rispondere perché ho sempre pensato che fosse decisamente sbagliato nascondere le cose …..
credo che in un rapporto VERO la sincerità sia fondamentale per affrontare qualunque contrasto e problema….
e che se non c’è sincerità non ci può essere fiducia…..
in un matrimonio, come nella vita, si compiono errori, anzi si compiono inevitabilmente errori…..
errori che bisogna cercare di risolvere o che bisogna tenere a mente per non farli di nuovo…..
è un po’ come per i figli: loro devono sbagliare, cadere, ma io devo essere sempre pronta a chinarmi più sotto di loro per sostenerli e sospingerli…..
la differenza è che se vivi in un matrimonio puoi anche cadere da solo ma quando ci si rialza bisogna essere in due…..
e quando si è di nuovo su si è cresciuti tutti e insieme, non ciascuno per i fatti propri e in tempi diversi…..
e perché questo accada è necessario condividere…..
anche le cose “brutte”……
soprattutto le cose “brutte”…….
io così vivo i figli ed il matrimonio, diversamente non avrebbe senso imbarcarsi in un’impresa che presuppone enormi difficoltà per tutto, a partire dal dover condividere tutte le notti con qualcuno che ti russa affianco e ti disturba il sonno, a finire col dover decidere come/dove rubare un po’ di tempo per sé stessi……
giusto per fare qualche banale esempio pratico………
questo mi hanno insegnato, questo ho vissuto da figlia, questo cerco di costruire…….
ecco perché non so rispondere alla mia amica….
non so risponderle perché nonostante le mie convinzioni non so darle torto…..
l’unica cosa che mi viene in mente è che si è finalmente riappropriata di almeno una piccola parte di sé stessa…….
è un inizio, sbagliato, forse, ma, parafrasando Machiavelli, “il fine giustifica i mezzi”…….
Tristezza
28/11/2014che poi, a ben pensarci, secondo me la tristezza è molto peggio del dolore…….
si, perché quando soffri in qualche modo reagisci, che so, ti puoi arrabbiare, puoi piangere, puoi urlare, puoi anche metterti a ballare o a cantare!
quando sei triste no, tutto è molto ovattato, confuso, e ci sono momenti in cui ti chiedi pure perché, da dove viene quella strana sensazione che ti pesa sul cuore, che ti induce a muoverti al rallentatore, che ti impedisce di pensare……
ti guardi nello specchio e i tuoi occhi non ti rimandano il tuo solito sorriso, non guardano con curiosità tutto ciò che sta intorno, non ti fa fare altro che gesti meccanici…..
e se vedi un bimbo in passeggino che ti sorride o un gruppo di ragazzi che si sfrocoleano a vicenda (trad. per i non Napoletani: si sfrocoleano a vicenda = si prendono reciprocamente in giro……uhm…… naaaaa, decisamente meglio in napoletano! ) non lo senti quel solito calore che ti riscalda dalla pelle alle ossa, no, li guardi come se fossero strani, con indifferenza, con sufficienza…. addirittura ti chiedi cos’abbiano poi da ridere o sorridere così e tiri dritto….. e vallo a focalizzare che la strana sei tu!!!
tuo figlio arriva da scuola e ti dice che ha avuto 7 in matematica e tu reagisci con uno spento “bravo” buttato lì per dovere e non lo investi quasi saltandogli al collo col tuo solito caloroso abbraccio corredato da un “EVVAIIIIIII!!!”……
no, è come se qualcuno ti avesse tolto la corrente e ti avesse messa in stand bay, e poco ci manca che in fronte ti esca pure la scritta “batteria scarica – collegare il caricabatterie”…….
….. e sai bene che non c’è nessuno pronto non dico a darti la carica, ma almeno a metterti in carica……
no, ormai non osiamo più desiderare che ti dia la carica!!!
e non puoi far altro che aspettare di ricordartelo quello stramaledetto motivo per cui sei così a terra….. quello stramaledetto motivo per cui sei sprofondata più giù del paradiso e più su dell’inferno……
niente, devi solo aspettare che venga quel momento…..
perché quando arriva e lo riconosci, allora si che ti puoi scrollare di dosso tutta quell’apatia, tutto quello strano sentire, tutto quel torpore che ti nasce da dentro e non ti fa essere……
e quando finalmente arriva, quando finalmente te lo ricordi bene che nel limbo non ci sei mica andata a farci un giro perché non avevi altro da fare, ah!!!! allora si che ti dai da fare, allora si, cazzo se ti dai da fare!!!
Passione e Razionalità
27/11/2014sono convinta da sempre che in me albergano due forze decisamente contrastanti, eppure coesistono e si equivalgono, la Passione e la Razionalità
per lungo tempo ho dato sicuramente la priorità ed ho coccolato ed ho viziato quella passionale a scapito della razionale……
…… intorno ai dodici anni iniziai ad avvertirne la presenza e a prestarvi attenzione, fino a prendere coscienza delle diverse “aree” della mia mente che venivano coinvolte nel piacere di studiare……
ops!……
ho detto una cosa grave!
forse un’eresia: il PIACERE di studiare……..
eh, si, confesso, sono sempre stata attratta dallo studio, attività che mi ha procurato svariati piaceri, momenti di godimento assoluto, soddisfazione, senso di appagamento, tant’è che mentre le mie sorelle occupavano il tempo libero con lezioni e partite di tennis, uscite con gli amici e non so cos’altro, io lo impiegavo immergendomi totalmente nello studio del pianoforte…….
ovvio che anch’io avevo i miei momenti di pausa, ma generalmente si risolvevano nell’ascolto di dischi in lingua inglese (all’epoca ci provavo ancora ad impararlo) di cui mi divertivo a trascrivere ciò che sentivo senza, ovviamente, capirci un’acca e tante volte lo ripetevo fino ad impararlo a memoria, imprimendo nella mente la pronuncia (l’unica cosa che ho imparato dell’ inglese!!!)….
insomma, se si escludono gli irrinunciabili sabato passati in discoteca a dar sfogo attraverso il movimento libero a tutto ciò che si accumulava durante la settimana, anche nello svago trovavo il modo di studiare…..
e all’epoca mi sembrava una cosa normale, naturale, ovvia…..
oggi no……
oggi, considerato il piacere che ne derivava (e che continua a venirne ogni volta che riesco a inventarmi un modo o una scusa per studiare qualcosa, perché quando uno ci ha un vizio non se lo toglie mai di dosso) senz’altro ripeterei gli stessi passi, ma, col senno di poi, grazie all’esperienza acquisita negli anni, credo proprio che cercherei di dare un po’ più di spazio alla Razionalità con la frequentazione di tutto ciò che succedeva al di fuori della mia stanza interiore e di quelle in comune con gli altri in cui mi muovevo…..
e questo lo farei con l’obiettivo primario di imparare a conoscere gli altri……..
già, perché non imparare per tempo che esistono diverse tipologie di persone, di incontri, di scontri, e, ancor più grave, non imparare a riconoscere tutto il ventaglio di possibilità, ha come conseguenza un gravissimo rischio: l’abbaglio……..
e prendere un abbaglio è ben più che uno sbaglio……..
è un gravissimo sbaglio!!!!