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A.A.A.CERCASI UOMO PER RISPOSTE MASCHILI

27/05/2013

 

What ever you want – Status Quo – caricato da Mark nonoame

ci sono brani degli Status Quo, come dei Genesis e dei Pink Floyd, che sono per me un simbolo: erano infatti il mio modo di “staccare”, la mia “pausa time”, il passaggio dallo studio della musica alla fruizione della musica

 

……uhm, mio carissimo amico, è un pezzo che ci penso: vorrei rivolgere ad un Uomo una serie di domande su certe situazioni e certi ambiti cui non so trovare risposta, che mi hanno ferita profondamente ed hanno scavato un solco profondissimo fra me e il mio stupendo uomo e che, nonostante gli innumerevoli tentativi di andare oltre, di lasciarseli alle spalle, vuoi perché si ripropongono sistematicamente, vuoi perché forse sono io ad essere “limitata”, non si riesce a colmare, non si riesce a risolvere……

situazioni che non riesco a comprendere, credo proprio perché non riesco a guardare da un punto di vista diverso dal mio.
ed io quell’Uomo, in fondo, l’ho trovato: saresti tu!
non mi pongo mai di fronte a situazioni diciamo “estranee” a me in modo prevenuto, perché credo che mettere i paletti serva solo a limitare i confini della nostra crescita, sia personale che di coppia, e credo anche che non ne esistano di prestabiliti, a parte quelli del vivere civile, decisamente irrinunciabili, e quelli di un moralismo bigotto che la fa ancora da padrone nella nostra società ma che non mi appartengono per nulla, anzi, e quindi per me inesistenti…….
peraltro, soprattutto in certi ambiti, credo che l’intimità di una coppia presupponga la possibilità e l’impegno di spogliarsi di qualunque abito, soprattutto quelli mentali….. se non si raggiunge questo stato, tutti gli anni condivisi in fondo sono solo parzialmente reali, quasi finti…….
certo, questo dipende dalla molla che ha fatto scattare il bisogno di condividere la propria vita con una precisa persona……
be’, conosco molte donne che lamentano il proprio stato di separate perché devono provvedere a riprendere i figli in tardo orario, a portare l’auto dal meccanico, a star per terra a sturare la cassettina dello scarico ….. e, non ultimo, per la precarietà o scarsezza delle opportunità di scopare……
be’, questi non sono mai stati i miei obiettivi, anzi, io avevo ipotizzato, e ci credevo con tutta me stessa, una vita da single!!!
già da ragazzina mi ci vedevo immersa; la MIA casa, fatta a misura e piacere personale…… i MIEI oggetti, quelli che ti legano al passato, quelli che ti proiettano nel futuro e quelli che non ti servono a una virgola ma GUAI a buttarli!!!

 


…… e la filodiffusione!

filodiffusione

ricordo che da bambina ero terribilmente affascinata dalla filodiffusione: l’idea di non perdere nemmeno una nota nemmeno spostandosi da un ambiente all’altro mi faceva elettrizzare!……. ed un impianto stereo con quattro casse collocate nei punti giusti! ma non casse qualunque, eh! quattro casse TECHNICS nonmiricordochemodello potenti che se le alzi troppo i bicchieri nella vetrina tintinnano e la signora di sopra ti bussa coi tacchi per farti abbassare e tu lo fai pensando “che palle”!!!…….


l’obiettivo era creare quello spazio che se ti ci siedi dentro, semmai per terra, ti fa sentire al centro dell’universo, con suoni e note che ti rimbalzano da ogni dove e ti consentono di perderti in un’estasi sensoriale inimitabile e che ci puoi cantare da sopra anche a squarciagola, tanto è così forte il suono che non ti riesci a sentire nemmeno tu!…….
e una cucina con tutti i piccoli elettrodomestici sistemati su una mensola lunga quanto il suo perimetro, sempre pronti all’uso, con ganci e maniglie per mestoli, schiumarole, coltelli, taglieri e tutte quelle schifezzelle varie che si ordinavano sui cataloghi Mille Idee, che sbavavi per averli, tipo, che so, quell’aggeggino che promette di sostituirsi ad almeno 10 cuochi: pela, sminuzza, affetta, fa cubetti, le carote julienne, gratta, grattugia, trita l’aglio, snocciola le olive….. si, ma….. cazzotenefai che c’hai il robot?!? ma…..ma….. ma è insostituibile; TOGLIE IL TORSOLO DELLE MELE!!!……. ah, sapere che sono lì, lì proprio per te, ti fa schizzare di gioia! poco importa che li prenderai solo per pulirli ogni tanto per toglierci la polvere da sopra…..
tocco finale una macchina tutta mia! una macchina sportiva, semmai una bellissima PORSCHE 928 nero lucido (MAGARI!) con cui poter correre fino ai limiti della terra, diventando un tutt’uno con lei, diventando io parte di lei e lei di me…..

 

porsche 928 nero_

una volta ricordo che me la vidi davanti all’improvviso: cosa avrei dato per poterla toccare! avevo poco più di una ventina d’anni, avevo appena lasciato il mio ragazzo alla stazione ferroviaria e come mi immisi sulla variante alla statale mi sorpassò. Allora non c’erano mica i limiti che ci sono oggi: decisi di starle dietro con la “mia” (in realtà era di mamma) utilitaria 900 di cilindrata che amavo da morire, ma che sforzai al punto da farle gridare RALLENTAAAAAAA!!!!! STO TREMANDO TUTTAAAA!!!!! NON LO SENTIIII? ma chissenefregava allora…….

ed ero pronta a viverla così la mia vita, a meno di…… a meno di non trovare un “COMPAGNO”….. un compagno con cui avere (e cui dare) la possibilità di condividere tutto, ma proprio tutto! quindi niente paletti!
eh, i paletti….. i paletti non esistono…..però se ci si rende conto che il cuore sta per scoppiare, forse è il caso di ascoltarlo e dare la priorità a sé stessi, perché non si può permettere che nessuno stropicci, calpesti, schiacci, quello che siamo noi, e questo può succedere quando, per “crescere ancora”, bisognerebbe contemporaneamente disconoscere sé stessi….. non lo si può permettere nemmeno quando ami il tuo uomo al punto di stravolgerti completamente e non avere niente di tutto quello che avevi immaginato……. niente, a parte il levatorsolidallemele……

levatorsoli
ecco, questo è il limite per me, il MIO limite!
sono anni che cerco di districare questa matassa, di venirne a capo, e sistematicamente, quando credo di aver trovato un equilibrio, ecco che si scombussola di nuovo tutto…..
ed è proprio in quei momenti che vorrei avere un Uomo cui chiedere di guardare il groviglio insieme a me ed aiutarmi a districarlo e trovarne il capo……
eh….. mi “serve” un Uomo! che ovviamente non può essere un uomo qualunque!!!
a me “serve” un Uomo che abbia le stesse esperienze di vita del MIO uomo, e parlo di figli adolescenti, famiglia, moglie….. la moglie che si da sempre per scontata, che si sa che sta lì sempre pronta a soddisfare le tue esigenze….. a stirare le tue camicie…… e tu, tu saresti perfetto……
ma tranquillo, a meno di non uscire di testa, non ti verrò mai a seccare con le mie elucubrazioni mentali (a parte ora) e i miei casini reali……
e allora sai perché ti sto scrivendo? lo sto facendo perché ho un fottuto bisogno di sapere che, nel caso remotissimo dovesse succedere, ci saresti!!!

 

 

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A TE

26/05/2013

 

Non so perché…….. improvvisa la smania di disegnare il tuo volto….. prendo una lamina di bronzo e gli incisori……… uhm…. difficile con la memoria visiva riprodurre le tue sembianze, ho bisogno di averti davanti per riuscirci…. del resto, più di una volta sono stata capace di fermarmi a parlare con emeriti sconosciuti nella totale convinzione che fossero altri, o di non riconoscere zio Aldo, faccia a faccia; chiudo gli occhi, penso a mio figlio e non riesco a “vederlo”, figuriamoci se riesco a riprodurre te che non vedo da così tanto tempo…...per quanto possa essere “doloroso” ammetterlo, non riesco proprio a rivederti nella mente, meglio essere pratici! prendo una foto, un primo piano, lo scannerizzo, lo ridimensiono in modo che occupi tutto il foglio…….. ecco, sono pronta, riprendo gli incisori e comincio a riprodurre i tuoi lineamenti……… la tua immagine inizia a venir fuori da quella fredda lamina……. ho scelto il lato bronzo per dare un po’ di calore, ma……. accidenti, ho sbagliato! è così difficile rimediare ai difetti dello sbalzo……. ma perché riesco sempre a complicarmi la vita? una matita e una gomma no, eh?…… scelgo sempre tecniche in cui non si possono cancellare gli errori: l’incisione su vetro, su bronzo….. chissà perché…… eppure non ho mai pensato di essere infallibile, sono sempre pronta a dover rimediare ad un errore……. ah, ecco, forse è questo il nocciolo: quando incidi, gli errori non puoi cancellarli, puoi solo rimediare facendoli rientrare nel disegno….. be’, è più realistica come soluzione: nella vita non ce l’hai mica il tasto reset, se commetti un errore te lo porti dietro per tutta la vita, a meno che non riesca a camuffarlo al punto da renderlo invisibile…… già, invisibile……. ma solo agli altri, perché tu sai che c’è, te lo trovi sempre davanti e semmai lo vedi anche più grande di quello che è…… c’è poco da fare, per quanto possa sognare, giocare con la fantasia, la mia parte razionale ha sempre il sopravvento…… anche nella scelta di una tecnica grafica…… è un aspetto di me che  non posso combattere, non posso vincere: vivere con i piedi per terra…… essere razionali…….

e intanto il cuore fa un balzo: improvviso balena il ricordo delle rughe che ti solcavano la fronte quando la aggrottavi…….. quanti ricordi…… e quanto mi manchi………. un attimo e rivedo le tue folte sopracciglia…… sorrido, erano talmente lunghe da arricciarsi….. e che sguardo che avevi…. intenso più di  quello di Diabolik……. da piccola, colta sul fatto di una qualunque marachella, bastava che mi guardassi e mi bloccavo…… in verità funzionava così per tutti e quattro…… sorrido ancora, non posso non pensare a quella volta che io e Marina ci accorgemmo della tua presenza sulla porta e non avvertimmo Carola che continuava a buttare a terra di tutto per farci dispetto e quando se ne accorse, sorpresa dal nostro non reagire, si bloccò con quello che aveva in mano e, piccola com’era, sfidò il tuo “PIANTALA!” con un “dove sta?” e tu, già meno arrabbiato, COSA? e lei, con la vocina piccola più di lei,  ”la pianta…” …… quanto tempo che non ti abbraccio…….

accidenti, ma perché per quanto mi possa sforzare di riprodurti nei minimi dettagli questa lastra rimane una lastra e basta?…….. lascio cadere l’incisore, guardo la lastra: in effetti un po’ ti somiglia, ma chissà, forse dipende dal fatto che mi sei talmente dentro che riesco a vederti anche fra qualche tratto a malapena accennato…… osservo meglio, non è un capolavoro, ma si vede che sei tu……. ma sei freddo….. sei così freddo……. freddo  come l’ultima volta che ti ho baciato…… una lacrima scorre sul mio viso……. cosa credevo di fare? manco avessi potuto evocarti….. e mi perdo sconfitta nell’immagine che mi rimanda la foto: bello, solare…… e mi immergo nel ricordo di quando, bambina, ti stavo in braccio….. le tue braccia così muscolose e forti…. e pelose! :-) …. quanto mi piaceva giocare con i peli delle tue braccia…… e poi rivedo la secchezza delle tue braccia negli ultimi tempi……. ma la voglia di godere del tuo contatto è talmente forte da scacciare subito quel triste ricordo e mi viene in mente il tuo istintivo scansarti quando, bambina, pur sapendo che ti dava fastidio, cercavo di scompigliarti i capelli…… e poi penso a tutte le volte che ho pianto spaventata dall’idea che non saresti più tornato ogni volta che partivi per lavoro e mi rifugiavo tra le braccia di mamma chiedendole “mamma, ci coccoliamo un po’?” e lei, seduta in poltrona, mi teneva stretta e mi diceva che saresti tornato presto….. ed io aspettavo…… e tutto il mondo sapeva che io aspettavo, che non c’eri, che eri fuori, perché mi mancavi così tanto che lo dicevo a tutti…… aspettavo finché non bussavi alla porta, poggiavi la valigia sul letto e da lì cominciavi a tirar fuori tutte le novità che ci avevi portato dall’America per farci capire che anche quando eri lontano ci tenevi tutte nel tuo cuore e pensavi a noi…… ed io, dei tuoi lunghi viaggi, immaginavo solo i momenti in cui andavi nei negozi per comprarci qualcosa di speciale…….. come dimenticare la bambolina che faceva la pipì e lacrimava se le muovevi la gambetta o il braccino? o la cintura elastica per i libri che sfoggiavo orgogliosamente a scuola perché “me l’ha portata papà”?  ce l’ho ancora gelosamente conservata!…….

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io aspettavo e quando sentivamo il campanello era tutto un subbuglio, correvamo tutt’e tre verso la porta d’ingresso urlando PAPANIIIII!!!!!!! e ti abbracciavamo chi le gambe, chi in vita, impedendo a mamma di avvicinarsi anche lei, ed era un tripudio di gioia……

torno alla realtà……. adesso non serve più aspettare….. e forse nemmeno ricordare…… e mi rendo conto che in fondo tentando di dar vita al tuo viso sulla lamina di bronzo ho voluto che quella bambina tornasse per ritrovarti, ma ho rivissuto un dolore pazzesco: dover continuare nonostante la perdita, sapere di non potermi fermare……. il dolore del distacco da te….. sapere che la vita sarebbe andata avanti nonostante la tua assenza, il “per sempre mai più” arrivato per te, il dolore di doverti lasciare andare…… la consapevolezza di non poter più essere rassicurata dalla promessa di mamma che saresti tornato…… sensazione di impotenza……… mi arrendo, non posso far altro…… nonostante tutti gli anni trascorsi da quando sei andato via per sempre, tutto ho rivissuto ieri, ma non solo per te….. è altro che è andato via ieri…… via per sempre……. ti voglio bene papà…….

 

 

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