Archive for the ‘Lo sfizio di fantasticare’ Category
L’oggetto smarrito – storia di una piastra
09/01/2018Sai, vederti passare indifferente davanti a me per tutti questi anni, pur sapendo che non hai mai smesso di cercare qualcuno che potesse rimettermi in sesto, è stato davvero doloroso.
Quando stamattina ho capito che le tue mani cercavano di prendere proprio me e poi mi sono sentita circondata dalle tue braccia, mi sono sentita piena di gioia: mi hai avvolta in quel panno soffice ed ho immaginato che avessi finalmente trovato la soluzione; ero fiduciosa mentre mi chiudevi in quella piccola valigia nonostante il buio e il senso di oppressione che ne derivava: è stato difficile controllarmi e non cedere all’attacco di panico che sentivo sopraggiungere, mi sono data coraggio pensando che, certo, non sarebbe stato piacevole star via da casa, ma che alla fine sarei tornata in forma e che finalmente avrei potuto ricominciare a farti compagnia ogni volta che ne avresti avuto voglia.
Poi, però, quella telefonata mi ha stordita: nonostante la tua voce mi arrivasse ovattata, ho sentito che dicevi a tua sorella che mi avresti regalata a Luca!
Luca… e chi sarebbe mo’ sto Luca?
Ho cercato di capirci di più sforzandomi di seguire la vostra conversazione, ma le uniche parole che sono riuscita ad afferrare sono state “smonta – cavi – tasti” e poi qualcosa tipo “ho deciso di regalargliela perché ormai so che non la riusciranno mai a riparare e non voglio buttarla; l’idea che lui possa utilizzarne varie parti per le sue Creature mi consola, so che ne farà buon uso”.
E così ho capito chi è Luca! è quel tuo nipote che ogni tanto viene e che crea quelle maschere strane!
Ti confesso che di primo acchito scoprire il mio destino è stato sconvolgente, non so descriverti l’angoscia che ho provato, ma poi mi è balenata l’immagine della gioia che si disegna sul tuo volto ogni volta che lo abbracci ed è la stessa che vidi quando ti conobbi, qualche giorno dopo i tuoi 18 anni, quando i tuoi genitori ti regalarono me con tutto il resto dello stereo, e allora ho capito: hai scelto di donarmi a lui perché sai che solo attraverso lui almeno una parte di me potrà continuare ad esistere!
Certo, non era quello il futuro che immaginavo per me, ma, adesso che so che lo fai per amore mio, aspetto fiduciosa di essere smontata e di cambiare vita.
Lampada- Creature_di Luca Arcamone
Bleff
17/09/2017
Bleff, giovane stambecco che ha deciso di vivere in solitaria nonostante la sua natura gregaria, quasi un vecchio in ritiro, ogni tanto fa ritorno ai luoghi dove sa che può incontrare il suo branco d’origine.
Avviene all’improvviso, sente che è il momento di raggiungerli, e decide di andare.
E così fa anche stavolta e si incammina baldanzoso pregustando l’accoglienza che riceverà.
Arrivato, però, inizia a guardarsi intorno sconcertato: non c’è nessuno e questa scoperta lo intimorisce.
I pensieri iniziano ad accavallarsi ed è sempre più spaventato, fin quasi a procurarsi un attacco di panico…
Sa bene cos’è il panico, è quel mostro generato dai suoi stessi pensieri che lo mette spalle al muro e non gli consente di essere lucido, e che non riesce a fermare in tempo nonostante sappia di poterlo distruggere esattamente come l’ha partorito e nonostante si sforzi per riuscirci…
……..il cuore all’impazzata, inizia a sudare, le zampe gli tremano… accidenti, eccolo il mostro!
…..“ma dove diavolo saranno finiti gli altri? Che sarà successo? Che siano stati sterminati da un branco di lupi? O semplicemente che abbiano deciso di spostarsi altrove? No! Non mi avrebbero mai lasciato solo!”…..
vorrebbe cercare indizi, trovare risposte, ma non può far altro che restare lì, schiacciato contro la parete rocciosa, unica sponda certa e sicura del momento, in preda a mostruosi presagi di morte e solitudine!
……la solitudine….…
……già, lui vive da sempre solo per sua scelta, per quel suo bisogno di mettersi alla prova e vincere sé stesso, ma mente quando si dice, per convincersene, di poter fare a meno degli altri, perché in realtà il suo vivere ramingo è un bleff, proprio come il suo nome, nome con cui ha dovuto fare i conti fin da piccolo, quando era terrorizzato ogni volta che doveva affrontare i combattimenti per allenarsi alla vita…
….lui, il più possente del branco…. tutti si aspettavano sempre da lui grandi risultati e questo gli impediva di confessare le sue paure, e per questo assumeva quegli atteggiamenti di sfida, fin quasi a diventare uno sbruffone…
….quegli atteggiamenti che lui stesso detestava e che lo avevano spinto ad allontanarsi e vivere la sua vita lontano dagli altri, ma ben cosciente che, per quanto affianco a lui non ci sia stato mai nessuno con cui condividere la scoperta di altri luoghi né una semplice passeggiata, lui ha sempre saputo di non essere mai stato realmente solo, lui ha sempre saputo che il suo branco è sempre stato lì, pronto ad accogliere ogni suo ritorno per dargli la forza di affrontare il prossimo viaggio….
…….ed ora…………
………….tornare e non trovare più le sue certezze, lo sgomenta………..
………come farà a vivere, da adesso, davvero solo?………..
GLI AMANTI
26/08/2017Quella sera Lei era sola, come da un po’ spesso accadeva……
…..chiuse il portatile ed automaticamente, come sempre, alzò lo sguardo e iniziò a contemplare la riproduzione de “Gli Amanti” di Magritte che era sulla parete di fronte, proprio sopra il loro letto, da quando Lui gliel’aveva regalata, un giorno lontano nel loro tempo e nel suo credo.
“Tra mille volti di donne coperti e i miei occhi bendati il mio cuore saprebbe trovarti”.
Così diceva il bigliettino che accompagnava la riproduzione e Lei si era persa in Lui.
Lei tanto amava quell’immagine, tanto ne era turbata: Lei sapeva cosa c’era sotto il suo velo, era certa di sé stessa e di quel che diceva…
Lei ERA!
… così come credeva di sapere anche ciò che c’era sotto l’altro velo, ma sapeva anche che il mondo è abitato da alcuni che SONO, da altri che APPAIONO, e da altri ancora che si raccontano di Essere perché non si fanno troppe domande finché non si trovano di fronte a LA prova.
Spesso chi APPARE è talmente ben mascherato da sembrare che SIA…
e così sembra finché non si forma una crepa: è lì il bivio di chi crede di ESSERE:
scegliere di non vedere la crepa e scoprire in realtà di APPARIRE, oppure, per non disconoscersi e confermare di ESSERE, pur nel timore di ciò che può vedere, pur nell’orrore di quel che può soffrire, pur nella coscienza di ciò che può accadere, guardare attraverso la crepa?
L’esitazione durò solo un attimo, anche se quell’attimo era durato fin troppo a lungo….
Lei sapeva chi era, Lei ERA!
… riaprì il computer e contemporaneamente rialzò gli occhi verso gli Amanti e subito dopo andò a guardare la crepa e alzò il velo, e scoprì che era solo una forma
e Lui sparì nel nulla…
CATEGORIE
18/06/2017eppure il mondo dovrebbe essere diviso in categorie chiuse!….
no, no, non le solite scontate classi sociali basate sull “iosonomeglioditeperchécihopiùsoldipiùcosepiùpotereetutifottisempre”…
naaaaaa….
questi sono accorpamenti vecchi quanto il mondo….
io sto pensando a qualcosa che anche se lascia tutto lo schifo e il nonschifo esattamente come ora (vedi sopra iosonomegliodite….eccecc) e quindi chi “può” continua a potere e chi “nonpuò” continua a nonpotere….
tanto l’abbiamo capito che sta faccenda non cambierà mai…..
qualcosa che semplifichi la vita e renda vivibile anche lo schifo e faccia sentire bene…
….BENE !!!
anche chi nonpuò……
e chipuò, perché questa soluzione porterebbe vantaggi a tutti INDISCRIMINATAMENTE…..
basterebbe dividere le persone in categorie CHIUSE in modo IRREVERSIBILE basandosi sulla loro essenza….
perché diciamolo francamente: spesso il sassolino nella scarpa ce l’hanno tutti a prescindere dal chisiè e dal cosasiha:
il sassolino….
il macigno…
quello che ti grava sulla testa quando hai a che fare con qualcuno che è per te esasperante, che ti fa torcere lo stomaco ma non puoi far altro che sorridere/tacere/accogliere mentre in corpo stai urlando “ma tu ch bbuò a me? ma ch stai ricenn?” (scusate, ma certe volte , in precise occasioni, la mia napoletanità ha il sopravvento ed è difficilmente rimpiazzabile con l’italianità! cerco di tradurre per i non napoletani: “ma tu cosa vuoi che faccia per te? forse non sei abbastanza lucido/a da comprendere l’assurdità di ciò che affermi?”), quel sassolino, quello non lo batte nessun altro sassolino!
sto pensando a quando si ha a che fare con qualcuno che non è che non viaggia sul tuo stesso binario, ha proprio un altro mezzo di locomozione:
tu stai in treno? quello viaggia sull’aliscafo!
tu stai in aereo? e quello usa il sommergibile!
quelle persone con cui devi inevitabilmente condividere qualcosa ma proprio non ci si capisce!
e credo che il vantaggio sia per tutt’e due le parti!
e h, si, sarebbe straordinariamente facile vivere mettendo i semplici con i semplici, i complicati con i complicati…..
gli stronzi con gli stronzi….
quanto sarebbe più facile affrontare tutto il resto se il mondo fosse diviso in categorie……
LEI….LUI….. SCAPPARE, PERDERSI, FUGGIRE…….. Non lasciarmi andare via – R. Vecchioni
03/02/2014PREAMBOLO:
……Lei……
…..Lei è una donna, una donna che non ha età, non è bellissima e non è bruttissima, non è alta e non è bassa, non è magra e non è grassa, non è dolce e non è aspra, non è spudorata e non è pudica, non è arcigna e non è affabile, non è sposata e non è nubile……
………Lei è una donna che “non è”, semplicemente perché può essere me o non me, quello che avrei voluto essere o quello che non ho mai voluto essere, o quello che avevo immaginato di essere prima di conoscermi…… un’amica reale o un’amica immaginata….
………Lei è semplicemente Lei…… con tutto ciò che implica essere Lei…….
…….Lui…….
….. Lui è un uomo, un uomo che non ha età, non è alto e non è basso, non è magro e non è grasso, non è aitante e non è gracile, non è violento e non è dolce, non è insolente e non è discreto, non è galante e non è villano, non è intrigante e non è insulso, non è sposato e non è celibe……
…..Lui è un uomo che “non è”, semplicemente perché può essere il “mio Lui” o il “non mio Lui”, un amico reale o un amico immaginato, quello che avevo immaginato che fosse, quello che non avrei mai voluto incontrare o quello che avrei voluto incontrare……
……Lui è semplicemente Lui…… con tutto ciò che implica essere Lui…..
…..Lei e Lui sono semplicemente emozioni che affiorano, emozioni immaginate o vissute, desiderate o rinnegate…..
…….semplicemente emozioni………
Non lasciarmi andare via – R. Vecchioni – caricato da universalmusicitalia
… … … … … … … … … … … … … … … … … … … … … … … … … … … … … …
LEI: “ma se io dovessi un giorno scappare, mi rincorreresti? verresti a cercarmi? verresti a riprendermi?”…….LUI: ”certo che verrei a riprenderti, anzi, non ti farei proprio scappare, ti fermerei prima!”…….
e venne il giorno in cui LEI scappò, ma non con le gambe…..
…….già, non con le gambe, perché sono tanti i modi di scappare! ….
….e LEI ne percorse tanti….
per prima cosa scappò con le parole, quelle parole che tanto lo irritavano, ma mentre scappava aspettava, SPERAVA, che LUI se ne accorgesse e che l’andasse a riprendere….
……ma LUI, che poco sopportava le parole, forse perché si sentì meno oppresso, non si affacciò nemmeno per vedere dove LEI fosse, se ci fosse ancora, e a tratti, ogni volta che LEI si voltava non vista a guardarlo, sembrava addirittura risollevato ……
…..e LEI, addolorata, ma di certo non sorpresa, non si fermò, e scappò con le braccia…..
ma mentre non lo stringeva più sul suo cuore si voltava sperando di vederlo apparire, pur sapendo che l’attesa era vana…..e infatti LUI non arrivò…..
e LEI non si fermò, continuò ad andare…..
……a volte, non vista, tornava indietro per accarezzargli il viso, sfiorargli le labbra con un bacio, disegnare il profilo del suo volto con un dito mentre dormiva, sperando di farsi sognare, e LUI mai si scostava……d’altro canto Lui pensava, credeva, era convinto, che LEI stesse sempre lì….. che motivo c’era di andarla a cercare?…..
…..e ogni volta che riprendeva la sua strada LEI non sentiva, non avvertiva i suoi passi alle sue spalle…..
……allora pensò che forse doveva un po’ rallentare , trovò una panchina, prese un foglio ed una penna ed iniziò a scrivere, ed ogni volta che completava un foglio lo piegava con amore, si alzava dalla panchina cercava il masso o la roccia più bella e più evidente e vi riponeva sotto il foglio, ma non lo celava, perché LUI potesse trovarlo e leggervi tutto il suo amore…… poi cercava un’altra panchina e ricominciava a scrivere per poi cercare un’altra roccia, un altro masso….. e così andò avanti per giorni e giorni e mesi e mesi…..
……quasi un anno era passato dal primo foglio…… dal primo masso…..
…..LEI si era accorta che man mano che passavano i giorni, i mesi, i suoi passi erano sempre più pesanti, ma non erano le sue gambe a dolere, piuttosto era come se avesse qualcosa dentro che la faceva rallentare, ma non per aspettare LUI….. di LUI non avvertiva proprio più la presenza…. eppure LEI era anche tornata più e più volte indietro per capire dove si fosse fermato…..
…. un giorno lo vide trastullarsi con sillabe volanti che non erano sue, che aveva trovato lungo la strada….
…. e proprio in quel momento aveva capito cos’era che la tratteneva, che la faceva rallentare, che bloccava i suoi passi: era il suo cuore diventato pesante!
scoprì infatti che nel suo cuore si era conficcata una scheggia di terra ogni volta che si era fermata ad alzare le rocce e i massi per “nascondere” i suoi fogli….. se e quando LUI li avesse raccolti le schegge sarebbero cadute dal suo cuore, perché i loro occhi si sarebbero intrecciati anche senza guardarsi e avrebbero dato vita a quella luce saettante che solo due cuori uniti possono creare e che non conosce ostacoli…….
ma LUI non si era fermato a raccogliere nulla, anzi non aveva proprio mai cercato, forse si era distratto, e chissà se un giorno si sarebbe accorto della sua assenza…..
e il suo cuore si era appesantito al punto da renderle difficile, quasi impossibile camminare……
……allora LEI smise di scrivere fogli, di fermare fogli, per non farsi più fermare, per poter continuare ad andare, per trovare un modo diverso per liberarsi di tutte quelle schegge che avevano generato un macigno dentro il suo cuore…….
……”ma se io dovessi un giorno scappare mi verresti a cercare?” ripeteva il suo cuore fra un sorriso amaro ed una lacrima salata mentre LEI continuava a camminare cercando le parole per chiedere a LUI “ma ti sei accorto che sono scappata?”………
àglio! àglio!
12/01/2014àglio! àglio!
se fossi un asino, doloroso sarebbe il mio raglio…..
àglio! àglio!
ho commesso uno sbaglio, persa dentro un abbaglio…..
àglio! àglio!
e sono allo sbaraglio……
àglio! àglio!
e ora che faccio, muoio e mi impaglio?!?…..
àglio! àglio!
ma no, forse è meglio che me la squaglio……
àglio! àglio!
non respiro, mi serve un boccaglio……
àglio! àglio!
ma le mie gambe son molli come il caglio…..
àglio! àglio!
no, no, no!!! poi impronte sparpaglio!!!
àglio! àglio!
ho trovato, vedo uno spiraglio e a quello mi attanaglio…..
àglio! àglio!
mi serve un maglio, lì davanti mi staglio e in testa glielo scaglio….
uno spazio mi ritaglio, da lì fuggo e l’errore taglio….
àglio! àglio!
ecco, son fuori, e adesso?
àglio! àglio!
e il mio raglio?
àglio! àglio! ?!?
ho perso il mio raglio: non sento più àglio! àglio! !!!
uhm……….. perfetto! approfitto e quel che per domani voglio sul cuore mi intaglio!!!
…. e addio àglio! àglio! !!!
Lei…… Lui ….. Destini…….
09/01/2014…….Lei……
…..Lei è una donna, una donna che non ha età, non è bellissima e non è bruttissima, non è alta e non è bassa, non è magra e non è grassa, non è dolce e non è aspra, non è spudorata e non è pudica, non è arcigna e non è affabile, non è sposata e non è nubile……
………Lei è una donna che “non è”, semplicemente perché può essere me o non me, quello che avrei voluto essere o quello che non ho mai voluto essere, o quello che avevo immaginato di essere prima di conoscermi…… un’amica reale o un’amica immaginata….
………Lei è semplicemente Lei…… con tutto ciò che implica essere Lei…….
…….Lui…….
….. Lui è un uomo, un uomo che non ha età, non è alto e non è basso, non è magro e non è grasso, non è aitante e non è gracile, non è violento e non è dolce, non è insolente e non è discreto, non è galante e non è villano, non è intrigante e non è insulso, non è sposato e non è celibe……
…..Lui è un uomo che “non è”, semplicemente perché può essere il “mio Lui” o il “non mio Lui”, un amico reale o un amico immaginato, quello che avevo immaginato che fosse, quello che non avrei mai voluto incontrare o quello che avrei voluto incontrare……
……Lui è semplicemente Lui…… con tutto ciò che implica essere Lui…..
…..Lei e Lui sono semplicemente emozioni che affiorano, emozioni immaginate o vissute, desiderate o rinnegate…..
…….semplicemente emozioni……
La descrizione di un attimo – Tiromancino – caricato da fragolfra·
….DESTINI…….
…..quella mattina Lei sapeva che lo avrebbe incontrato e cercò di costringersi a non pensarci, ma un turbinio di ricordi le attraversava la mente e le disordinava i pensieri, e ad ogni passo le si affacciava alla memoria un’immagine che la riportava al passato…..
…..e più si avvicinava il momento più Lei si chiedeva cosa avrebbe provato….. e più si chiedeva cosa sarebbe successo, più il cuore le batteva forte…..
….d’un tratto lo vide: Lui era lì, e Lei scoprì “cosa avrebbe provato”: fu colta da una paura improvvisa, una tale paura da desiderare di essere ovunque tranne lì, e gli passò rapidamente alle spalle per non farsi notare…….
poi, improvvisamente si rese conto che non ci sarebbe stata mai più un’altra occasione, si aggrappò a tutto il coraggio residuo e si fermò di proposito sulla porta del locale dandogli le spalle, si, ma sperando di essere vista….. e chiedendosi Lui cosa avrebbe fatto……
……iniziò a chiedere inutili informazioni all’uomo che stava sulla soglia….. poi, sempre parlando con il commesso, ma con tutti i suoi sensi rivolti a ciò che succedeva alle sue spalle, lo seguì nel locale e vi rimase giusto il tempo di ritrovare le forze per affrontare quegli occhi…….
……pochi istanti dopo era di nuovo fuori, sapendo che sarebbe dovuta passare per forza davanti a Lui, era inevitabile, e sperando che le gambe non cedessero all’emozione…..
….e infatti Lui era proprio lì: la sua figura si stagliava prepotente davanti a Lei, esattamente come lo ricordava, e Lei non riuscì più ad assecondare la sua ferrea volontà di restare almeno apparentemente indifferente ed iniziò ad accarezzarlo dolcemente con lo sguardo fin quasi a sfiorarlo aspettando l’attimo in cui si sarebbe voltato e l’avrebbe vista……
……proprio in quel momento però Lui abbassò gli occhi, quegli splendidi profondissimi occhi in cui tante volte si era persa fino allo smarrimento, fino a sentirsi venir meno, e non li incrociò con i suoi……
……triste, delusa, turbata, distolse immediatamente lo sguardo e proseguì frettolosamente la sua strada continuando a pensare al passato, a quante volte quegli occhi erano stati prodighi di dolci parole non dette, calde carezze e appassionati baci non dati…..
…..man mano che si allontanava il cuore riprendeva il suo battito normale, finché all’improvviso lo rivide inaspettatamente passare proprio davanti alla fermata dell’autobus che stava aspettando, alla guida della sua auto, ed il cuore ebbe un nuovo tonfo, e le gambe si bloccarono di nuovo e non fu più capace di fare un solo movimento……..
…..e lo guardò mentre ignaro di tutto si allontanava per sempre dalla sua vita…..
….e continuò a guardare in quella direzione finché arrivò il suo autobus e salì…..
……e tornò alla realtà, ma continuò la sua giornata pensando nostalgicamente a Lui e che chissà, un giorno, forse, i loro occhi si sarebbero fusi in un rinnovato impeto di desiderio ma carichi di rammarico per non aver mai assecondato la loro bramosia……
…..e che chissà, un giorno, forse, le sue labbra avrebbero sfiorato le sue…….
PUFF!!!
18/12/2013quella mattina Lei era oberata di lavoro e frastornata dal rumore dei macchinari che andavano a tutta forza; era la prima settimana di dicembre, e Natale era alle porte: tutto doveva essere pronto al momento giusto, non si poteva perder tempo.
tutt’intorno un andirivieni di persone indaffarate che quasi non la vedevano, impegnati com’erano anch’essi ciascuno nelle proprie attività.
Lei, altrettanto incurante della presenza degli altri, continuava velocemente a svolgere la sua mansione cercando di distrarsi dalla penetrante, insistente, fastidiosa mescolanza di odori dolciastri che invadeva gli ambienti e ristagnava nell’aria e che le stimolava una nausea crescente: presi uno ad uno quegli odori erano decisamente gradevoli, ma quella mattina era davvero troppo…
intanto il liquido giallognolo appiccicoso le sporcava inevitabilmente le mani ed aumentava rapidamente di volume, apportando un sempre crescente contributo di odore e le dita erano ormai sporche di rosso, un rosso aranciato talvolta sbiadito che non era uno dei suoi colori preferiti…
intanto le passavano vorticosamente davanti agli occhi le forme più disparate: fiocchi di neve rincorsi da astronavi, frecce seguite da stelle cadenti, triangoli, rombi, facciate di case, reticolati e sbarre…..
tutto si susseguiva con una velocità straordinaria, e la mente correva inseguendo gli oggetti che le sue dita creavano, portandola in un mondo fantastico, surreale, e non c’era più nessuno, non c’era più quell’odore nauseabondo ed il rumore di fondo era ormai un’eco appena percepito…
era talmente concentrata che non le sembrava nemmeno più di star lì e da non accorgersi del sopraggiungere del capo finché il suo vocione non ruppe l’incantesimo: “MA INSOMMA!!! TI SBRIGHI O NO CON QUEL CENTINAIO DI UOVA DA APRIRE?”…..
in un istante vide scoppiare come una bolla di sapone tutto quel mondo fantastico: il rumore tornò rumore, la miscela di odori si riappropriò delle sue narici e i gusci rotti che fino ad allora erano stati i “mattoni” delle sue creazioni tornarono ad occupare tutti gli spazi del cartone che era stata la tavolozza delle sue fantasie….