Archive for the ‘Uncategorized’ Category
il buio………
14/11/2015RUOLI
12/07/2015MOSTRI……..
01/04/2015
che si partoriscano pensieri e pensieracci è più che normale…..
non credo ci sia qualcuno che non abbia almeno un paio di problemi…..
se esiste, credo sia un extraterrestre!
e credo sia più che naturale trascorrere del tempo a rifletterci…….
però se ci si blocca su, se ci si fissa, la situazione può precipitare e raggiungere livelli forse paranoici e credo che evitare di cascarci sia a dir poco doveroso verso noi stessi……
lo so che non è sempre facile, anzi non lo è per nulla e non lo è mai, io stessa ho vissuto una fase (una?!?) in cui lasciavo che i pensieri mi prendessero per mano e cominciassero a fare con me un girotondo infinito, e come una bambina mi lasciavo trasportare e li seguivo passo passo……. ero accondiscendente con tutti, anche con i brutti pensieri…….
però con i bambini, soprattutto quelli più piccoli, si evita di girare in modo vorticoso per non fargli venire la nausea, per non farli cadere di botto, per far sì che il girotondo da gioco non si trasformi in incubo……..
alla guida del girotondo con i bambini piccoli o di età mista c’è sempre un adulto che sia pronto ad intervenire quando i più grandi, già avvezzi ai capitomboli e ai ruzzoloni, già proiettati nel “gioco” della sfida, si lasciano prendere la mano e, certo non con l’intento di far male ai più piccoli, cominciano a girare, girare, girare sempre più velocemente……
è lì che è necessario l’intervento dell’adulto che, a seconda delle situazioni, decide di ammonire semplicemente o di bloccare definitivamente il gioco…..
la scelta dipende dalle circostanze: quanti bambini intraprendenti ci sono, qual è la loro capacità di riflettere sui motivi per cui bisogna rallentare e accogliere la richiesta, qual è la differenza di età fra i vari bambini, quanto è “svezzato” il più piccolo…….
analogamente, nel girotondo dei pensieri è necessario sapere quando intervenire per evitare che prendano il sopravvento e ci portino a raggiungere stati d’ansia che possono preludere ad attacchi di panico, perdita del controllo, confusione mentale……
non sono una psicologa né una psichiatra e nemmeno un counselor, ma ho vissuto un periodo relativamente breve davvero difficile in cui ho vissuto intensi attacchi di panico che in qualche modo hanno interferito con la mia vita fino a pregiudicarla in parte, ma che, per mia fortuna, ho imparato a riconoscere sul nascere, combattere, controllare, annientare……
convivere con il panico e tutti i sintomi correlati non è solo doloroso, ma devastante, perché se gli si lascia prendere il sopravvento, cosa praticamente impossibile da evitare, non si riesce più a vivere…..
bisogna correre ai ripari, in qualunque modo, e trovare una soluzione definitiva, a meno di non decidere di smettere di condurre una vita normale, perché il panico può coglierti all’improvviso in un qualunque momento e luogo, e poiché quando sei sua schiava – nonostante non riesca a far altro che quello che ti ordina, ovvero non ragionare più lucidamente ma lasciarti trasportare alla deriva quasi fossi una scialuppa senza remi – sei comunque cosciente di non essere te stessa, non ti piace che succeda davanti a nessun altro all’infuori di te……
ma a prescindere dal panico, è necessario comunque avere il controllo dei propri pensieri soprattutto nell’affrontare situazioni difficili o dolorose o quando bisogna vagliare tutte le possibili soluzioni di un problema, o ipotizzare tutte le conseguenze delle proprie scelte…….
o semplicemente scacciare pensieri negativi destabilizzanti……
ciascuno ovviamente ha un proprio modo di frenare e canalizzare il flusso dei propri pensieri, di tenere a bada i pensieracci: c’è chi ha bisogno di svolgere attività manuali con l’obiettivo di stancarsi, come fa una mia cara amica che risolve mettendosi a pulire di tutto, dai vetri ai lampadari, all’argenteria, ai pavimenti….. bè, questo è sicuramente vantaggioso, se non altro si trova la casa pulita!
o come fa mia sorella, che si immerge anima e mani nella creta e realizza straordinari oggetti di design….. e anche questo non è affatto male, soprattutto per chi ama le sue creazioni!
o come mio nipote Luca, che materializza con varie tecniche i suoi mostri e li trasforma in vere e proprie stupende sculture…….
io ho impiegato un po’ di tempo per trovare la mia soluzione che è quella di pensare ad altro, concentrandomi sulla soluzione di altri problemi quali possono essere schemi logici, cruciverba senza schema, quadri di mahjong, e se ricordassi l’analitica non disdegnerei di immergermi in qualche problema sulla parabola…….
…..è un po’ di tempo che ho una tale necessità di controllare i miei pensieri, se non addirittura di annullarli, che spesso trascorro interi pomeriggi al pc per risolvere quadri di mahjong……
ed è così che stasera, durante una pausa dal gioco, ho deciso di scorrere velocemente le notifiche di FB ed ho trovato questa stupenda foto di una nuova creazione di mio nipote, accompagnata da questa domanda:”tu quante facce vedi?”….. embé, questo ti obbliga ad osservare con attenzione……
mi ci sono soffermata un bel po’, ho contato e ricontato nasi occhi e bocche e l’ho condivisa, poi ho ripreso a giocare…….
dopo un po’ ho scoperto che c’erano alcuni commenti ed uno in particolare mi ha colpita: ”a quest’ora? non c’è il rischio che si trasformino in incubi?” …..
ed è così che ho focalizzato un inaspettato cambiamento in me, che credo sia alla base della mia nuova me: io, che fino a qualche tempo fa ho sempre evitato di guardare non solo i film dell’orrore, ma tutto ciò che generava uno stato di tensione, oggi ho bisogno di guardare in faccia i miei mostri!
ho realizzato che finché non ho iniziato a guardare in faccia le mie paure, ho praticamente evitato di affrontarle……. finché ho girato il canale per non vedere una scena, fino a quel momento io sono stata in balìa del panico anche quando non si manifestava perché potenzialmente poteva arrivare in qualunque istante, io stessa gli spianavo la strada……
oggi no, oggi i miei “mostri” li devo guardare, osservare, soppesare perché devo conoscerli per riconoscerli, capirli per affrontarli, prenderli di petto per stroncarli………. ed ho capito che è per questo che ho “dovuto” mettere in casa, in bella vista, un “mostro” di Luca portacandele:
ogni volta che ci passo davanti gli getto almeno uno sguardo: mi affascina terribilmente…….
e, ancora, per questo mi ha presa la fissa di The walking dead: te lo sbatte in faccia che bisogna combattere anche solo per restare in vita…..
ed è sempre così, non solo in una catastrofe in cui il mondo è invaso dagli zombie……..
e allora grazie, Luca, grazie di trasformare i tuoi mostri in sculture perché il vederli anche solo in una foto su FB mi da la forza per abbattere i miei …….
La delusione………
21/01/2015uhm………..La Bella Addormentata nel bosco……… dubbio…….
27/11/2014………e quando il Principe la vide non riuscì a domare l’impulso di baciarla e nell’istante stesso in cui avvicinò le sue labbra a quelle della Bella Addormentata la fanciulla aprì gli occhi e tutto il castello riprese vita……. [...] … si sposarono e vissero felici e contenti…..
così racconta il cantafiabe……
ma mettiamo che la Bella Addormentata, al risveglio, si rende conto che la realtà non è poi così bella come il sogno che stava facendo, la settima fata, quella che ha mutato l’incantesimo della vecchia fata offesa, può ripristinarlo e farla riaddormentare?
MOMENTI: Paladini e Donzelle – Millenovantanove_ R. Vecchioni
20/10/2014Millenovanvanove – R. Vecchioni – caricato da Canale di PerAmoreMio
questo post è VOLUTAMENTE provocatorio!
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………………..uuuuuhhhmmmmm………………………………………………………..
è da un po’ che sto facendo un nuovo “gioco”, quello di chiacchierare con diverse persone su uno stesso argomento per mettere a confronto le diverse posizioni e cercare di trarre delle conclusioni più o meno concrete……
ultimamente mi è capitato di parlare di un argomento scottante: il raporto Lui/Lei e potrei dire di aver finalmente risolto tutti i miei dubbi e potrei decidere, anzi dovrei decidere, di chiudere il blog…….
…..si, perché quando ho aperto il blog, uno dei primi post era un appello agli uomini……. già, perché mi sono resa conto da un bel pezzo che dal confronto fra donne alla fin fine generalmente vien fuori un malessere più o meno condiviso a tappeto che riguarda il dolore per non essere comprese dal proprio uomo, per non “sentirlo” vicino…… ….si, dolore, perché noi donne soffriamo dell’assenza del nostro uomo (ma non di quella fisica, beninteso!) molto più di quanto non si soffra per il dente del giudizio più incastrato e storto!!! ……..
condivisione di uno stato emotivo quasi all’unanimità…….
uhm….. condivisione……..
non ho mai compreso fino in fondo il comune detto “mal comune mezzo gaudio”……. anzi, in effetti mi son sempre chiesta da dove derivasse questo mezzo gaudio….. …..dal mio punto di vista è inesistente e piuttosto sostituibile (se non addirittura “sostituendo”) con “doppio male”…….
insomma, non ci credo che in una situazione del genere l’unione faccia la forza, ovvero non credo che questo genere di “unioni” possa generare non dico una soluzione, ma nemmeno un’idea geniale che possa fungere da preludio alla risoluzione del problema e proprio per questo cerco da sempre di evitare di farmi coinvolgere in discussioni a SESSO unico: se c’è una cosa che proprio non sopporto è il vicendevole darsi man forte sulle disgrazie, il compatimento reciproco, la condivisione di una posizione che mira solo al rafforzamento dell’ostinazione a voler avere ragione, a dimostrare di averla, a pretenderla…..
ma a che serve? io credo che il confronto debba portare ad un allargamento della propria visione, o perlomeno al tentativo di andare oltre le proprie posizioni, accantonarle un attimo, per cercare, se non proprio di comprendere, almeno di capire le ragioni dell’altro/a…….
a meno di non aver bisogno di sbollire rabbia, risentimento, incazzatura, ecc, in un esercizio di puro sfogo piuttosto che di cercare nel punto di vista altrui una prospettiva diversa in cui inquadrare il problema (ma questo implicherebbe la fortuna di incontrare un’altra donna che riesca ad essere imparziale, cosa estremamente rara), ho sentito sempre più forte il bisogno di porre alcune domande direttamente agli uomini, le stesse identiche domande cui mi ero già data risposta e cui mi avevano già risposto altre donne, confermando la mia posizione, ma sempre sulla base di un comune sentire, vivere, intendere il rapporto di coppia, la “necessità” di aver cura di precisi aspetti della vita a due, dell’impegno profuso nel quotidiano, anzi nella lotta contro la quotidianità ed i problemi pratici che ne derivano…..
…..perché, parliamoci chiaro, finché non si presentano problemi reali, tutto è molto semplice, l’idea della convivenza è confusa e molto poco realistica, sembra di vivere in una favola immaginando cenette a lume di candela e weekend da luna di miele anche a distanza di anni dalla stessa, ma quando poi si inizia a combattere con i tanti aspetti materiali della realtà sembra quasi di compiere un percorso ad ostacoli, ma talmente grandi e gravi da far invidia ad un thriller: conti da pagare, malattie più o meno serie, sbandate devianti, elettrodomestici che si rompono proprio quando servono, figli che non studiano….. e tutto ciò quando va bene!
permane, per fortuna, una gran voglia di continuare a vivere ed essere sé stessi, ma ci sembra indispensabile, perché questo sia possibile, essere compresi dall’altro/a…..
da questi confronti, confidando nel fatto che, come noi donne abbiamo del mondo una visione più o meno universale, questo principio sia applicabile anche agli uomini, sono arrivata a conclusioni sconcertanti sia sugli uomini che sulle donne che, fatte salve alcune rarissime eccezioni, valgono più o meno per tutto il resto degli individui adulti (?!?) pensanti (?!?)…….
mi soffermo prima sugli uomini…..
…….quasi tutti gli uomini hanno due facce.
al tempo!
non volendo tacciarli di falsità per principio, forse è meglio parlare di due “modalità”: una riservata al mondo privato, ovvero a chi condivide con loro spazi, tempi, oggetti, ecc, in casa; l’altra dedicata a tutto ciò che è fuori, ovvero colleghi, amici, conoscenti e, qualche volta, parenti (che ormai, buon per loro, non fanno parte più del “dentro”!!!)….
appurato ciò, il punto è non solo comprendere quale sia la “vera” faccia: quella dentro casa, luogo dove hanno certo il diritto di rilassarsi ed essere sé stessi al 100%, ma dove si prendono anche quello di mostrarsi burberi, distratti, non disposti al dialogo, irascibili, pretenziosi, egocentrici, attentissimi al centesimo in più che si spende su tutto, tranne che per QUEL libro-giornale-accessorio-ecchissàcchealtro che pare proprio indispensabile alla loro sopravvivenza, oppure quella fuori casa, dove sanno rispettare al massimo tutte le formule di galanteria, gentilezza, attenzioni anche superflue, dando di sé un quadro del tutto diverso da quello che poi rivelano in casa?
qual è la loro vera essenza?
e, soprattutto, PERCHÉ non si mostrano per quello che sono davvero sempre?
è un atteggiamento dovuto all’educazione ricevuta (dobbiamo cioè “ringraziare” le loro mamme?) oppure dipende dall’incapacità di essere quello che sono perché questa fa parte della loro natura?
e ancora, ne sono coscienti o sono davvero così ottusi da riuscire sempre a trovare lo specchio della matrigna di Biancaneve pronto a rimandargli la parte più bella di loro?
no, perché se ne sono coscienti allora sì, allora lo grido a gran voce: sono anche “falsi”!!!
o forse tutto ciò dipende da una forma di supponenza, dall’essere convinti di essere “superiori” e di avere il diritto di imporre la loro “supremazia” sulle compagne?
insomma, ma ci sono o ci fanno?!?
io sono stanca di vivere in un mondo in cui il solo fatto di essere donna sia ancora così “castigante”!
e, avendo la responsabilità di regalare al mondo ben due “esemplari” maschili, sono da sempre impegnata con tutte le mie forze per far comprendere ai miei due figli maschi che nulla gli è “dovuto” per il semplice fatto di essere nati con un accessorio che non è da considerarsi “IN PIÙ”, ma solo DIVERSO da quello che abbiamo noi!
no, perché a dirla tutta, in effetti gli accessori “IN PIÙ” tuttalpiù li abbiamo noi donne, dal momento che siamo NOI che creiamo, siamo NOI che diamo la vita!!! e diciamolo una buona volta!!! se non fosse così, non ci sentiremmo onnipotenti ad ogni gravidanza!!!
e allora tutta questa supponenza maschile da dove deriva? che sia una forma di invidia? che nascondano sotto questa loro “boriosità innata” la paura di essere “meno” proprio per quellodicuisopra e il bisogno di dimostrare il contrario?
…….bé, se così fosse, ci hanno così tanto riempito la testa con quel benedetto senso di castrazione che ci porteremmo dentro causa mancanza di pene che sarebbe il colmo!!!
pène e péne a parte, vorrei tanto saperlo, se non altro per capire se posso nutrire la speranza di non essere impegnata da QUASI DICIOTTO ANNI (diciannove se si considera il tempo di gestazione) in due investimenti che falliranno miseramente semplicemente perché il terreno su cui ho seminato non era “adatto per natura” (anche se al momento mi sembra di essere sulla strada giusta per far comprendere i miei perché di donna ai miei due ragazzi) o se non mi conviene andare in prepensionamento e risparmiare tutte le energie già “programmate” per il mio futuro di madre e decidere di spenderle in attività che si riveleranno nell’esito meno frustranti……
no, perché io, poi, lo so già, qualora dovessi fallire, non riuscirei a mentirmi e non vorrei vivere il resto della mia vita nel rimorso …….odio perdere tempo in imprese che so essere fallimentari a priori!!!
il dubbio ce l’ho, ed è grande, perché ho visto e vissuto molto da vicino cambiamenti…. cambiamenti?!?, macché cambiamenti! STRAVOLGIMENTI di uomini su cui si era scommessa la vita per trovarsi in mano la quantità d’acqua che si riesce a raccogliere nel vano tentativo di afferrarla mentre scorre dal rubinetto: NULLA, tranne qualche goccia d’acqua capace solo di bagnare la mano! ……. (qualche tempo fa un uomo apparentemente saggio e corretto, ma solo per quel che io so, ma io faccio parte del suo fuori, mi ha detto che l’acqua, quando non riempie, lava o rinfresca…… mi è piaciuta questa risposta, ma, anche sforzandomi, non ricordo sul volto delle donne coinvolte in simili esperienze l’espressione di freschezza e di pulito che avrei dovuto cogliere…..)…….
e veniamo ora alle donne…….
le donne, praticamente tutti i “tipi”, quelle più simili a me come quelle distanti anni luce da me (anche qui, con le dovute esclusioni delle eccezioni), a prescindere dagli esordi del loro rapporto di coppia, a prescindere dalle prospettive dello stesso (ma che cosa stupida le prospettive!!! per non parlare delle aspettative!!!) alla fine si trovano a confrontarsi con questa assenza: lui è distratto, non gentile, scansa i compiti più impegnativi e noiosi, non è presente con i figli….. il solito, insomma, manco si trattasse di un’ordinazione al bar!!!
scatta quindi questo senso di solitudine interiore, dovuta alla necessità inappagata di condividere con lui la quotidianità, e il più delle volte lei finisce col trovare un amico (amico, NON amante, sia chiaro!) che le sarà di conforto, che le sarà di sostegno, che sarà disposto a sopperire alle assenze e alle mancanze del suo lui……
che bello! generalmente tutte bene o male riusciamo a trovare un amico pronto a soccorrerci quando sentiamo la mancanza del nostro lui…..
si, perché, diciamoci la verità, per quanto ti possa essere vicina un’amica, la più cara e valida delle amiche, il sostegno di un uomo ha tutto un altro “sapore” fosse lì anche solo ad ascoltarti senza nemmeno pronunciare un verso…..
chissà, dev’essere il fatto in sé di “sentire” la presenza maschile……..
bello…….
si, bello……
peccato, però, che il più delle volte tutto ciò avverrà mentre un’altra lei, la lei del lui amico nostro, starà soffrendo delle assenze e delle mancanze… di lui!!! si, al 99% succederà, perché ho il sospetto che il patrimonio genetico della “capacitàdidareattenzioniesostegno” degli uomini sia nettamente più basso di quello delle donne, proprio come il loro tetto massimo di parole da spendere quotidianamente……
ahahahahaha, ma stiamo scherzando?!?!?
allora, io mi chiedo: ma le donne si rendono conto che gli uomini/amici che le confortano per lo sconforto causato dal marito/compagno dal canto loro sono causa dello sconforto di un’altra donna?!?
e se decidono di credere comunque in quello che il lui/amico mostra di essere, sono coscienti della stortura che concorrono a creare?!? e sono coscienti delle balle che le vengono dette dall’amico di turno? si ho detto balle, perché se qualcuno quando parla dice cose che poi non fa o non è, allora sono balle! balle enormi!!!
o sono talmente fuse da non rendersene conto?!?
e gli uomini/amici che soccorrono le donne amiche e sono pronti ad offrir loro tutto l’appoggio mentale e fisico di cui necessitano, sono coscienti, mentre nel loro “portacervello” formulano probabilmente pensieri di solidarietà maschile (non ce la faccio proprio a immaginare che possano non essere solidali tra loro!) che si alternano a flash in cui, con vesti ed armi che susciterebbero l’invidia di Orlando, di Roland, di Gaston e di Astolfo, si prodigano in imprese salvadonzelladiturno, di essere loro stessi la causa dello sconforto delle proprie “compagne” (o “scompagne”?!?)?
(a questo proposito ho letto da qualche parte che questa propensione a fare da salvadonzelladiturno è tipica dell’adolescenza, ma via via va mitigandosi, il che, considerata la quantità di uomini in età adulta che la conservano intatta, mi fa pensare ad una forma epidemica di resistenza alla crescita)…….
e gli uomini, sono coscienti, non foss’altro che per questo, di offrire loro stessi ad un “compagno di sventura” (si, sventura, perché mentre immaginavo il momento in cui sono impegnati ad ascoltare il motivo per cui prestare la loro opera di salvataggio mi è apparso Homer Simpson la cui mente vaga ovunque mentre gli si parla, ma proprio non riesce a concentrarsi sull’oggetto del discorso e pensa fra sé e sé ”OHHHHH….. ma perché lo sta chiedendo proprio a me?!?”) ……ehm…. mi sono persa ….. dicevo, sono coscienti di offrire loro stessi ad un “compagno di sventura” la possibilità, insomma, di sfoderare la più affilata e lucente delle armi bianche?!? ……..uhm……..
ma insomma, mie care donzelle, vogliamo svegliarci?
ed uso il noi di proposito!
perché mi ci metto nel mucchio di quelle che non riescono a focalizzare che alla fin fine forse il problema è che siamo noi in errore, o meglio, e l’ho capito solo ora, e dal mio punto di vista ci ho messo fin troppo a comprenderlo, che questa “presenza maschile”, apparentemente indispensabile per il nostro benessere psicofisico, di fatto è sovrastimata e, quando c’è, fittizia!
ci prendiamo in giro, insomma, signore!
………uhm……… ……… uhm……………. ……….uhm……….. uhm…………..
……ma si, la dico! e la dico con convinzione: purtroppo c’è un problema di fondo, un “dettaglio” non trascurabile (e questo è spudoratamente fisico! ) che rende impossibile la concretizzazione di quanto sto per dire, ma credo davvero sarebbe la soluzione di tutte le nostre frustrazioni di donne: un mondo di sole donne! quanto sarebbe appagante!!!
non dico che finirebbero tutti i problemi, eh, anche tra noi non scarseggia la tendenza all’indifferenza, all’egocentrismo, all’invidia……
certo, mica finirebbe tutto ciò!
ma c’è una cosa cui sono convinta non rinuncerebbe nessuna donna: discutere, avere il coraggio di guardare l’altra in faccia e dirle quel che si pensa…..
possiamo dirlo in modo allusivo, possiamo prenderci a capelli, ma che importa? l’importante è che non rimaniamo per l’eternità nell’attesa che il primo passo lo compia l’altra…… non ci lasciamo scivolare la vita tra le mani senza accorgercene confidando nel fatto che tanto siamo indispensabili……
siamo giuste, siamo sbagliate….. siamo quel che siamo, ma soprattutto siamo!
ed abbiamo il coraggio di osare……
ed è la promessa che ho chiesto a mio figlio di farmi: quella di ricordarsi di avere le palle anche nei momenti in cui vorrebbe scappare, anche nelle situazioni che vorrebbe glissare, e di dimostrare davvero di essere sempre non un uomo, ma un Uomo……. e a prescindere dal letto!
lui me l’ha promesso……. io starò lì a ricordarglielo se dovessi accorgermi che verrà meno un giorno……. bah….. intanto io continuo nel mio impegno….. lo devo soprattutto a loro, ai miei due figli maschi, visto che una donna mi ha detto che per sua esperienza personale non sono tutti uguali, suo figlio non è così……
mi domando se non sarebbe molto più facile per tutti vivere in un mondo senza legami……. o, forse meglio, in due mondi separati, dai quali ogni tanto uscire per incontrarsi quando si sente davvero il bisogno di DONARSI all’altro/a…….. non di PRENDERE dall’altro……
uhm….. e i figli?
forse per riequilibrare le cose i figli maschi dovrebbero essere educati dalle madri e le figlie femmine dai padri, ma assolutamente non in modo “tradizionale”, piuttosto facendogli vedere e soprattutto VIVERE il mondo secondo il proprio modo, così, giusto per dar loro la possibilità di imparare ad accogliere e a comprendere l’altro/a…..
chissà, forse, tempo una/due generazioni, si potrebbe arrivare ad unificarli davvero sti due mondi o almeno a farli coesistere in modo più sereno e meno sconcertante…….
ri-bah……
ma dopo tutto, tutte ‘ste chiacchiere, a che servono? ……
uhm……
“a conclusione” , a nulla……. :/
p.s. basandomi sull’affermazione fatta all’inizio, quella in cui affermo di aver “risolto” i “dubbi-base”, in effetti potrei anche decidere di chiudere qui il blog, considerato che uno dei miei obiettivi primari era appunto quello di scioglierli…… però……. però, “‘a verità”, i pensieri continuano ad affollare indisturbati la mia mente, io continuo a riflettere (anche se qui appaio un tantino “latitante”) e di fatto di dubbi potrebbero nascerne altri, anzi, ne sono più che certa…… ERGO…… il blog non lo chiudo!!!
DRIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIINNNNNNNNNNNNN
05/09/2014squilla il telefono e invece di una voce mi raggiunge una melodia fischiata….. resto perplessa e dico “pronto?!?” ….. il fischio si interrompe e la voce di Luca mi chiede “hai sentito? cosa è?”, ma avverto anche un’altra voce che dice “ma non è questa, è…. fiù fiù fiù…..”….. ovviamente si tratta di Marina , ma Luca non si arrende e iniziano a discutere mentre io sono sempre dall’altro lato del telefono ed aspetto pazientemente che prendano una decisione, quella di dirmi “che vanno trovando”!!!
ma non me la prendo, c’è poco da fare, in casa mia siamo fatti così, siamo tutti fatti così, tutti uguali, quasi fatti con uno stampo: non riusciamo, anche in “dispute (?!?) banali, a fermarci per ascoltare l’altro e poi ribattere, no, noi tendiamo a sovrapporci, ma non per prevaricare, semplicemente perché siamo sicuri di quel che diciamo e vogliamo dirlo fino in fondo
ok, calma, rilancio il mio “timido” UÈÈÈÈÈÈ , riesco a carpire l’attenzione di Luca che in quel momento detiene il potere del telefono e ci provo a buttare lì la domanda: “ma che volete?!?” ahahahaha, ma come, non è chiaro? non ricordano il titolo del brano e “invocano” il mio aiuto!
rido, sono “confusa”, non ricordo più nessuna delle melodie fischiate e chiedo di riprodurle: hanno ragione entrambi, è la Marcia alla turca di Mozart in due punti diversi…..
per avere conferma cerco un riscontro su youtube,
marcia alla turca – Mozart – pianoforte -Francesco La Verde_ caricato da Ziolaverde
alzo il volume delle casse, avvicino il cel e fra il fischio infernale del telefono troppo vicino e le note della splendida melodia di Mozart succede quel che succede:
BUUUMMMM!
tuffo nel passato!
e immediatamente la mia mente è altrove, a casa di mamma, davanti al pianoforte verticale, durante la lezione di piano, il bicchiere di acqua gelata e caffé freddo amaro sempre pronto , la sigaretta che si consuma lentamente in quella ceneriera piccola al punto che posso chiudere il copritastiera senza problemi…… e poi mentre suono totalmente concentrata nonostante la presenza dei miei due piccoli “primi amori” che mi passano sopra i piedi e mi poggiano pupazzetti sui tasti o usano lo spazio sotto il mio seggiolino come “casa degli animali”….. e poi l’emozione del mezzacoda e il dolore della “separazione” dal verticale, al punto che per un lungo periodo non ho il coraggio di abbandonarlo: mi ha vista “crescere” quel piano, è un legame forte, e allora distribuisco equamente il mio tempo fra i due, ma la voce dell’altro è decisamente più accattivante, le potenzialità dell’altro, quando lo apro, sono di tutt’altro livello e alla fine cedo, non senza provare una sorta di senso di colpa, ma cedo, mi perdo nella morbidezza della nuova tastiera, di quella voce capace di mille sfumature in più, da dolcissimi pianissimo a violenti fortissimo, e lui, il mezzacoda, conquista il mio cuore inesorabilmente, e il mio tempo diventa solo suo, è amore folle, ma in fondo, in un angolino, c’è sempre il mio primo amore, perché il primo amore….. non si scorda mai!!!
MOMENTI – Io non appartengo più _ R. Vecchioni
22/06/2014……posso dire che i miei pensieri vanno a “momenti”……
……ovvero che ci sono periodi (appunto, momenti) più o meno lunghi in cui vengo letteralmente colta da un senso profondo di sconforto rispetto a quel che vedo in giro che mi crea un forte disagio…….
……a volte piano piano, altre volte in modo prorompente, tutto ciò si trasforma improvvisamente in nausea…….
questa nausea credo sia dovuta al confronto spontaneo che faccio tra ciò che sono i principi etici, comportamentali, ecc, che mi hanno insegnato e che ho fatto miei e quelli applicati dal resto del mondo: quando cozzano troppo, o meglio quando vengono sposati da un’eccessiva quantità di “altri”, e diventano automaticamente schemi comportamentali sociali comuni, accettati come fossero naturali, logici, e soprattutto corretti, comincio a sentirmi a disagio, come se non appartenessi più a questa società, perché tutto ciò mi è estraneo…….
Io non appartengo più_ R. Vecchioni – caricato da ucmilla
e allora non c’è altro da fare che trovare il modo di disfarmene, in qualche modo DEVO mandarla via questa nausea, perché genera una forma di sarcasmo incontrollato che ha su di me effetti davvero fastidiosi: perdere la mia naturale serenità d’animo che, prescindendo dalle situazioni specifiche della mia quotidianità, mi permette di affrontare con ottimismo anche gli episodi e gli scogli più gravi,dolorosi e complessi è davvero insopportabile, ergo la cosa va risolta…..
come? …..
…….uhm……
……durante la mia prima gravidanza frequentavo un corso pre-parto……
ricordo che una volta ad una mia “compagna di classe” uscì l’herpes labiale in una forma davvero forte e lei arrivò disperata perché, non avendo assunto il suo farmaco abituale per ovvi motivi, soffriva da cani e non vedeva l’ora di risolvere.
la persona che si prendeva cura di noi future mamme le disse che non c’era forma migliore e più efficace, in situazioni del genere, che far quello che già stava facendo, ovvero lasciar sfogare l’eruzione ed aspettare che andasse via, certo soffrendo un po’, ma con sicuri effetti di risoluzione se non altro più duratura…..
…..la cosa ci lasciò perplesse: noi tutte eravamo abituate a ricorrere ai rimedi farmacologici nel più breve tempo possibile al primo accenno, ma lei ci fece notare che l’herpes, considerato come sfogo di un malessere, se costretto a “rientrare” non faceva che rintanarsi, annidarsi ed aspettare il momento giusto per riesplodere, mentre dandogli modo di sfogare sarebbe andato via da solo dal nostro corpo, non si sarebbe sentito “incatenato a noi”, non avrebbe dato fastidio che per il tempo di risoluzione…… il veleno ci avrebbe abbandonate……
……..rapportando questo concetto alle emozioni, da quel giorno ho imparato ad accoglierle tutte, a non soffocarle più, soprattutto quelle negative, per dare la possibilità alla mia anima di non vivere in un ambiente sporco e buio e, piuttosto, lasciarle la possibilità di svolazzare felice per ogni angolino del suo habitat…..
e allora, se e quando mi vengono i pensieri negativi, non vedo altro sfogo che lasciarli uscire, esprimerli, e salutarne le conseguenze nel momento stesso in cui li focalizzo……
SOS: CERCASI AMICO/A disposto a raccontarmi di me………. Momentaneamente lontano – R. Vecchioni
08/05/2014Momentaneamente lontano – Roberto Vecchioni – caricato da Pierpaolo Bongiorno
…….eccomi…..
……..stasera ho deciso di ricominciare a scrivere……
……in verità non ho mai smesso, ma non c’è sempre la voglia di condividere i propri pensieri, soprattutto quando sono confusi…….
……oddio, non è che adesso la situazione sia cambiata più di tanto, però qualcosina si, qualcosina è cambiata……. ho “bisogno” di qualcuno……. di qualcuno che sia lì a ricordarmi com’ero prima……..
….non è chiaro, vero? capisco, non lo è nemmeno per me……..
o forse si, non lo so……. cerco di spiegarmi……
ieri ho deciso improvvisamente di cambiare la mia immagine di profilo sul diario di Fb…… perché? perché non mi sopporto….. o meglio non sopporto più vedermi come sono in quella foto, per non parlare di come sono ora…….
…..non mi riferisco all’aspetto fisico, quello è per me praticamente uno sconosciuto, anzi non è nemmeno vero, perché ormai ci convivo da almeno un paio d’anni, quindi sconosciuto proprio non è….. disconosciuto, ecco, è questa la parola giusta…….
si, disconosciuto, perché non sono io quella che adesso si muove nella mia casa, che rovista fra le mie cose, che (non) veste i miei abiti (tanto non le entrano!) ma si ostina a cercare nel mio armadio e rifiuto anche la sola idea di acquistare qualcosa di nuovo proprio per lei: NO! non posso concederglielo perché se lo facessi le darei in qualche modo il benvenuto e invece deve andarsene, e farlo quanto prima, anche se questo prevede una costanza ed un impegno da parte mia non indifferenti, e che si arrangi con i vestiti…….
no, aspetto a parte, c’è ben altro che mi irrita di quella foto: l’espressione! non sono io!!
per motivi strettamente personali che non mi va di raccontare un giorno ho deciso che era giunto il momento di “mettermi al riparo”…….
non l’ho fatto in coscienza, eh, non sono così folle……… però ho lasciato in tutta coscienza che succedesse e che non fermassi quel progetto, quel piano autoprotettivo che portava all’autodistruzione……..
autodistruzione del piacere di osservarmi…….
evvabbé, era messo in conto, ma quel che brucia in questo momento, a parte le calorie sulla cyclette, è il non riconoscere i miei occhi, il mio sorriso, la mia espressione……
chi è quella sconosciuta con quella piega del labbro in giù che vorrebbe essere l’abbozzo di un sorriso?
una foto scattata in un contesto decisamente piacevole: la presentazione di un CD di Roberto Vecchioni: io, seduta in terza fila, praticamente Vecchioni ce l’avevo davanti, che non sprizzo gioia da tutti i pori, che non lancio faville dagli occhi!!!
no!!!
non sono io!!!
era un bel po’ che guardavo con curiosità e fastidio quella foto senza comprendere cosa non andasse, senza riuscire a focalizzare il problema…….
e allora ho cominciato a fare un “gioco”, a guardarmi negli occhi improvvisamente ogni volta che lavavo le mani, e lo specchio mi rimandava sempre la stessa immagine: una donna dai lineamenti noti ma che non riconoscevo, con gli occhi spenti, senza sorriso…….
quindi ho iniziato a chiedermi cosa potesse essere successo, ad analizzare quel che faccio durante la giornata e mi sono resa conto del fatto che è davvero un brutto momento: non faccio praticamente niente di interessante perché mi annoio di tutto! mi annoio di pensare, mi annoio di scrivere, mi annoio di sentire la musica, mi annoio di camminare……..
mi annoio di annoiarmi……..
e allora ho capito: la sconosciuta si era impossessata anche della mia anima!!!
ENNÒ!!! QUESTO non lo posso permettere!!!
impossessarsi del corpo è una cosa, ma dell’anima no, quella è SOLO MIA!!!!
ho provato e riprovato con le più svariate attività, ma ho un “problemino”: non mi ricordo più di me!!!
e questo è grave, va risolto…….
uhm……si, ma come?
uhm……….
ri-uhm…….
stra-uhm…………..
pensa e ripensa, ho trovato la soluzione!!!
ho bisogno urgente che qualcuno mi ricordi come sono!
ho bisogno che qualcuno mi racconti di me, che mi dica perché mi ha trovata interessante al punto da chiedermi, sconosciuta, di fare amicizia su FB e legarsi a me……
qualcuno che mi aiuti a recuperare quel qualcosa che si è nascosto dentro me e che non vuol più venir fuori perché io possa di nuovo trovarmi talmente interessante da chiedermi l’amicizia, ma nella vita!!!
perché adesso, in questo momento, proprio non sono amica mia!!!
perché adesso credo di essere lontana, ma non voglio esserlo per sempre, voglio immaginare di essere solo “momentaneamente lontana” (cit. Vecchioni)
ed ecco perché ho scelto proprio questa foto: sono quelli gli occhi che riconosco, è quello il sorriso nascosto, è quella l’espressione che riconosco come mia……
……sono questa io!!!
e allora si, lo confesso, questo post è una richiesta di SOS: c’è qualcuno disposto a raccontarmi di me?!? dei miei difetti? di quello che so fare? di quello che AMO fare? c’è qualcuno disposto ad aiutarmi a…… tornare?!?
Il pianto: un’arma o una difesa? – “Nessuno sa” _ Giancarlo Giuliani
18/03/2014qualche giorno fa mi è capitato di ricevere in posta l’invito a votare, basandosi sugli incipit, per uno dei romanzi che partecipano ad un concorso letterario.
amo la lettura, anche se alterno periodi in cui sono capace di leggere anche due libri in una settimana ad altri in cui per mesi non leggo per nulla.
la mia curiosità, comunque, mi ha spinta ad addentrarmici e mi sono fermata appena ho iniziato a leggere “Nessuno sa” di Giancarlo Giuliani…..
finito di leggere l’incipit e subito dopo averlo votato senza pensarci su due volte, ho deciso di acquistarlo perché sentivo che DOVEVO leggerlo tutto, forse per avere delle risposte, forse per solleticare delle domande, non ha importanza, era fondamentale per me approfondire e capire quel libro ed ho provato una certa delusione quando ho scoperto che non era possibile averlo che in formato KINDLE, ma non tanto per il fatto in sé o per la necessità di avere un lettore, quanto perché questo mi avrebbe obbligata a rinunciare al mio amato cartaceo…. a sentire il fruscio della carta…..al visualizzare quanto manca alla fine per centellinarsi e assaporare gli ultimi passi…….
ma poiché la curiosità era tanta, tantissima, mi sono messa subito alla ricerca di una soluzione ed ho scoperto che era possibile scaricare un’applicazione per il pc….. nel giro di un paio di giorni (i soliti problemi di accesso e riconoscimento password cui rinnovo settimanalmente l’abbonamento :/ ) il libro era sul mio desktop ed ho iniziato a leggere sempre più convinta di aver fatto la scelta giusta: avevo trovato pane per i miei denti!
io, che certe volte mi sento letteralmente bombardata da pensieri d’ogni tipo, mi ritrovavo con un libro che mi dava davvero da pensare……
in due giorni mi sono ritrovata alla fine….. così, all’improvviso…..
bello ed interessante il tema, lo stile, la struttura, l’idea, stracolmo di “verità” su cui riflettere, alcune discutibili, altre condivisibili, una inaccettabile…..
per me inaccettabile:
“Il pianto è un’arma potente, non convenzionale, perché rompe ogni discussione, ogni tesi, ogni ragione“
…….. non sono per niente d’accordo! o comunque io non “uso” il pianto come un’arma, anche perché per essere tale dovrebbe essere usata “contro” qualcuno sensibile ad esso, altrimenti è un vero e proprio flop…..
il pianto, quello con le lacrime che ti scorrono sulle guance e ti fa colare il naso, a prescindere dal fatto che ti scuota facendoti singhiozzare o scorra lento, silenzioso, quasi le lacrime traboccassero perché ce ne sono tante che non riesci più a contenerle, quel pianto per me è l’apoteosi del dolore dell’anima, quando è talmente forte che proprio non hai più mezzi e forze per contenerlo….
ed è liberatorio….. perché scarica il dolore, l’amaro, lo sdegno, l’impotenza, la delusione, la rabbia, la frustrazione….
….. piangi perché comprendi che hai sbagliato tutto…..
….. piangi perché non riesci a farti comprendere…..
…… piangi perché hai bisogno di alleggerire l’anima…..
ed è una cosa privata, soffri se succede davanti all’altro, non vuoi impietosire né mostrarti debole, il pianto è un momento solo ed esclusivamente tuo……
serve solo per riprendere le forze……
ecco cosa è per me il pianto……
per usare il pianto come arma credo che invece si debba essere capricciosi, voler arrivare a vincere ad ogni costo e a prescindere da ciò che ha generato la crisi, non avere la minima intenzione di darla vinta…..
è necessario essere coscienti di non poter fare a meno di aggirare e raggirare l’ostacolo ( l’ interlocutore ) se non altro per stroncare la discussione e ci si gioca l’ultima carta, quella che fa impietosire l’altro, che lo disarma perché solleva il suo senso di colpa e vede l’altro come se fosse la vittima, a prescindere dall’avere ragione…….
….e di fatto si vince, a prescindere dalle conclusioni…..
……si vince perché si disarma con la pietà …..
……o con il capriccio…..
…….si fa leva sul genitore che è nell’altro che in quel momento sente di dover consolare il più debole…….
….. …… ……. …… ……..
mamma, perché non mi hai insegnato ad essere capricciosa?